Omelia (03-06-2018) |
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COMMENTO ALLE LETTURE Commento a cura di don Eduard Patrascu "Questo è il mio corpo... questo è il mio sangue" Quest'anno la festa del Corpo del Signore mi coglie un po' impreparato. È una festa a cui ci tengo moltissimo perché all'Eucaristia è legata la mia vocazione, eppure quest'anno viene in un periodo di tanti impegni che non mi permettono, purtroppo, di darle quello spazio di tempo che normalmente voglio dargli. Ho riflettuto su due cose, e qualcuno potrà dire: cosa si mette a fare le belle testimonianze oggi? Ebbene, sì. Magari non sarà bella, ma di sicuro proverò a condividere alcune cose che possono, credo, essere testimonianza. Sapete perché? Perché, sono convinto che parlare dell'Eucaristia è sempre un parlare di se stessi, è sempre un parlare di come vivo io, personalmente, l'incontro con il Signore nell'Eucaristia. Eh, si, nell'Eucaristia riceviamo né più né meno che Dio, ecco allora i due pensieri: Mi tormenta sempre un'osservazione che, quasi giustamente, sento dire da parte di alcune persone: "Padre, io faccio da tanti anni la comunione (o più precisamente, il termine adoperato è: "prendo"), eppure non è cambiato nulla. La mia perplessità sta proprio qui: perché l'Eucaristia non fa effetto, per lo meno effetto in certe persone e come si possono riconoscere questi effetti quando ci sono? O se volete, più da vicino, quali cambiamenti ha provocato/sta provocando in me il ricevere Gesù nell'Eucaristia? Ebbene, sono tanti anni che faccio la comunione, questa domanda me la devo/ce la dobbiamo fare. Vedete, l'Eucaristia, questa grandissima "invenzione" di Dio per rimanere con noi, non può non cambiarci, non può non iniziare in noi un cammino verso il meglio. Certo siamo deboli e magari le debolezze aumentano con il passare degli anni, ma qualcosa deve cambiare in noi, e se l'Eucaristia, cioè Dio, non riesce a cambiarci, quando riusciremo noi con i propri sforzi?... Mai! Allora, la domanda che dobbiamo farci è: ma io ricevo bene l'Eucaristia? Mi preparo per l'incontro reale con il Signore? Guardate, l'Eucaristia non fa il suo effetto in noi così automaticamente, senza che noi ci mettiamo la nostra parte. Come partecipo alla messa? Sapete, la migliore preparazione è quella del raccoglimento (il silenzio: rendersi consapevoli di ciò che facciamo: prima, durante e un po' dopo la messa: che impatto dovrebbe avere quel libro del Card. Sarah: "La forza del silenzio"!) e soprattutto nell'ascolto della parola di Dio durante la messa. Guardate che l'ascolto della parola di Dio è ugualmente importante come il fare la comunione. Origene diceva: "così come ci preoccupiamo che non cada nessuna briciola del Corpo di Cristo, così dobbiamo preoccuparci che non cada nessuna briciola della parola di Dio che ascoltiamo durante la Messa". Ma se noi siamo distratti, ma se noi chiacchieriamo durante la messa, come farà il suo effetto l'Eucaristia o la parola di Dio? Per la curiosità di qualcuno, la messa domenicale è valida se si partecipa (attenzione: se si partecipa attivamente, non solo se si "prende la messa") dall'inizio alla fine; letture comprese: perché l'Eucaristia, la Messa è fatta di Parola di Dio e del suo corpo. Verificate Lc 24 o gli scritti di S. Giustino. È una frase di S. Paolo: "chi mangia o beve il corpo e il sangue di Cristo con peccato, mangia e beve la propria condanna". Guardate che non ho intenzione di rimproverare nessuno, ma di richiamare tutti, me compreso, all'importanza dell'accostarsi all'Eucaristia con cuore adatto, anzi purificato dalla confessione. Cari miei, non si può fare la comunione con peccati! Esempi di peccati? Mah, tutti sappiamo che di peccati ne facciamo. Accenno solo: come fa a fare la comunione una persona che non viene a messa la domenica oppure che non prega regolarmente? Ricordo anche in questa occasione che non ci si confessa da soli, nemmeno noi preti!!! O tanti altri che fanno la comunione "di passaggio", sia nel senso che "ah, già che ci sono", sia nel senso di "quando capito in chiesa". Oppure quando tutta la messa si sta a "chattare sul telefonino" o a chiacchierare con il vicino (magari criticando oppure sparlando) e poi, ad un certo punto si va a "prendere l'ostia". Allora, se l'Eucaristia non fa il suo effetto, ci sarà un motivo: e questo riguarda tutti noi, preti compresi. Potrebbe essere utile ricordarci che la messa non la si fa, ma la si celebra. Così come nell'amicizia non si sta insieme perché si deve, bensì perché ci si vuole bene. Provate a preparare bene la messa domenicale, a preparavi bene per ricevere l'Eucarestia (non solo a prenderla come si prende un pesce, per esempio) e vedrete come cambierete... da dentro! Ed è la cosa più bella che ci può capitare: perché diventiamo nuovi, con un cuore nuovo, di carne, abbandonando il cuore di pietra dell'ipocrisia e dell'egoismo. L'Eucaristia ci cambia se lo riceviamo nell'ambito dell'amicizia con Dio, non per dovere! Chiediamo al Signore in questa eucaristia la grazia di saper sempre meglio accostarci all'Eucaristia. Non che poi sarà un premio per il nostro sforzo "autopurificativo", ma perché sappiamo corrispondere all'amore immenso di Dio nascosto nell'Eucaristia con il nostro piccolo, ma pur concreto amore. |