Omelia (10-05-2018)
Casa di Preghiera San Biagio FMA
Commento su Gv 16, 20

«In verità, in verità io vi dico: voi piangerete e gemerete, ma il mondo si rallegrerà. Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia.»

Gv 16, 20


Come vivere questa Parola?

Gesù parla di emozioni. Quelle di cui a volte ci vergogniamo, mettiamo in secondo piano, reprimiamo oppure lasciamo agire sfrenatamente, pur non riconoscendole. La gioia e la tristezza. Sembra che ci voglia dire che esse non possono dipendere dalle circostanze esterne, dall'approvazione che riceviamo dagli altri, dai risultati che il nostro agire raggiunge. Sembra che la radice di queste debba risiedere altrove. I discorsi di addio di san Giovanni preludono la mancanza di Gesù, preparano gli apostoli a stare senza di lui. Ma valgono anche per noi che Gesù non lo abbiamo mai visto. Essere felici, perché? Da dove nascono tristezza e gioia? Maturare nella vita potrebbe implicare divenire più sensibili a cosa dia la vera gioia e potrebbe rendere meno volubili nella ricerca di questa. Meno preoccupati di vincolare questa a risultati o benefici, ma radicarla nella vitalità della resurrezione, dell'esperienza vitale di Gesù che fa nuove tutte le cose. Il discorso delle beatitudini sintetizza un cammino concreto verso la gioia, che passa attraverso la fame di giustizia, la mitezza, la pace, il distacco. Un cammino di gioia che è immediatamente cammino di santità.


Signore, aiutaci ad essere felici. Beati. Santi.


La voce di Papa Francesco (Gaudete et exultate)

"Lascia che la grazia del tuo Battesimo fruttifichi in un cammino di santità. Lascia che tutto sia aperto a Dio e a tal fine scegli Lui, scegli Dio sempre di nuovo. Non ti scoraggiare, perché hai la forza dello Spirito Santo affinché sia possibile, e la santità, in fondo, è il frutto dello Spirito Santo nella tua vita" (cfr Gal 5,22-23).


Sr Silvia Biglietti FMA - silviabiglietti@libero.it