Commento su Gv 16, 24
«Finora non avete chiesto nulla nel mio nome. Chiedete e otterrete, perché la vostra gioia sia piena.»
Gv 16, 24
Come vivere questa Parola?
Leggiamo tra le righe, in questo versetto, un invito alla preghiera. La preghiera è richiesta, nella sua forma prima e più spontanea. Qualcuno disprezza o sminuisce il valore di questa preghiera. Chiedere per ottenere è dei semplici, degli opportunisti, degli interessati. Non è esattamente così. Chiedere orienta la preghiera stessa. Bisogna chiedere, imparare a chiedere. Chiedere qualunque cosa, con insistenza, come la vedova importuna del vangelo. Il chiedere educa in noi la domanda, ma anche orienta la capacità di attenzione alla vita, agli altri. Lentamente il chiedere diventa intercedere, mediare, riconoscere l'errore, convertirsi, adorare, aspettare, ringraziare. La preghiera è la comunicazione di chi è in ricerca, di chi sta interrogandosi sulle radici della propria gioia, di chi sta sintonizzandosi con la volontà di Dio, per desiderare ed amare come Lui.
Signore, insegnaci a pregare!
La voce di Papa Francesco (Gaudete et exultate)
"A volte la vita presenta sfide più grandi e attraverso queste il Signore ci invita a nuove conversioni che permettono alla sua grazia di manifestarsi meglio nella nostra esistenza «allo scopo di farci partecipi della sua santità» (Eb 12,10). Altre volte si tratta soltanto di trovare un modo più perfetto di vivere quello che già facciamo: «Ci sono delle ispirazioni che tendono soltanto ad una straordinaria perfezione degli esercizi ordinari della vita cristiana»"
Sr Silvia Biglietti FMA - silviabiglietti@libero.it