Omelia (22-05-2018)
Casa di Preghiera San Biagio FMA
Commento su Mc 9,33-37

«Quando fu in casa chiese loro: "Di che cosa stavate discutendo lungo la via. Essi tacevano. Per la via infatti avevano discusso tra loro chi fosse il più grande. Allora, sedutosi, chiamò a sé i Dodici e disse loro: Se uno vuol essere il primo, sia l'ultimo di tutti e il servo di tutti". È preso un bambino, lo pose in mezzo e abbracciandolo disse loro: "Chi accoglie uno di questi bambini nel mio nome, accoglie me; chi accoglie me, on accoglie me, ma colui che mi ha mandato".»

Mc 9,33-37


Come vivere questa Parola?

Di nuovo, nonostante i continui insegnamenti di Gesù, gli apostoli rivelano ancora un modo di pensare lontano mille miglia da quello del Maestro. Allora Gesù si siede, nella tipica posizione di chi vuole insegnare, ed esprime il suo vangelo, che è sempre un po' rivoluzionario: "Se uno vuole essere il primo, sia l'ultimo di tutti e il servo di tutti". Doccia fredda a cui Gesù fa seguire una formulazione più concreta, la pedagogia del gesto. Prende un bambino, lo pone in mezzo e lo abbraccia. Il più piccolo diventa l'icona del vero discepolo di Gesù. Chi ha il cuore puro è davvero il più grande: vede Dio nel quotidiano.


Pregherò, oggi, con il Salmo117: "Lodate il Signore, nazioni tutte, voi tutti popoli, dategli gloria perché forte è il suo amore per noi e la fedeltà del Signore dura per sempre".


La voce di un profeta dei nostri giorni

"E' finito il tempo delle parabole, delle quali gli apostoli chiedevano spiegazioni, perché erano al riparo del velo che nelle parabole copre il mistero. Tolto quel velo, si rivela il vangelo e viene meno la voglia di chiedere spiegazioni. Per salire nella speranza divina, occorrerà scendere, in nome di Gesù, dalle scale in cui si appollaiava il nostro avido possesso e divenire come bambini, che camminano sulla terra piana, nel basso delle cose e nella pianura del mondo."

Silvano Fausti


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