Commento su Gc 4, 14-15
«Ma che è mai la vostra vita? Siete come vapore che appare per un istante e poi scompare. Dovreste dire invece: Se il Signore vorrà, vivremo e faremo questo o quello. Ora invece vi vantate nella vostra arroganza; ogni vanto di questo genere è iniquo. Chi dunque sa fare il bene e non lo compie commette peccato.»
Gc 4, 14-15
Come vivere questa Parola?
Il tempo è un dono di Dio e quello che sarà domani non è in nostro potere; un credente deve dunque vivere ogni tempo come se fosse al cospetto di Dio, perché nella vita spirituale, quando si tratta di fare il bene, non si può rimandare a quando si sarà fatto quello che si doveva fare, a quando si sono portati a compimento i propri affari.
Giacomo vuole farci capire l'importanza dell'uso del tempo: tesoro assolutamente nostro di cui possiamo disporre. Certamente tale uso deve essere illuminato dal soffio dello Spirito che ci aiuta a discernere tra ciò che è buono e ciò che invece è banale e inutile. Se riusciamo ad essere contemplativi del quotidiano, delle cose semplici che ogni giornata ci richiede, ad ogni tramonto ci ritroveremo più ricchi e più felici.
Questa, oggi, la mia preghiera: "Donami, Signore, tempo per lodarti, amarti e soprattutto ringraziarti".
La voce di un giornalista scrittore
"Così, quando penso a Enzo Bianchi (monaco fondatore della comunità di Bose), lo penso che pensa. E magari non è vero, sta facendo altro, cose di cucina o di orto o perfino qualcuna delle vili incombenze burocratiche che mangiano il tempo a noi umani. Ma l'idea che mi sono fatto, di lui, è che sia capace di dare custodia - anche per mio conto, visto che non ne sono capace - al tempo di pensare, di leggere e di scrivere. Per quanto ne abbiamo, per quanto ne manca da vivere, il tempo è meno nostro, o più nostro, a seconda dell'uso che siamo capaci di farne."
Michele Serra
Sr Graziella Curti - direttice@fmamelzo.com