Commento su Mc10, 13-15
«In quel tempo presentavano a Gesù dei bambini perché li accarezzasse, ma i discepoli li sgridavano. Gesù al vedere questo s'indignò e disse loro: "lasciate che i bambini vengano a me e non glielo impedite perché a chi è come loro appartiene il regno di Dio. In verità vi dico: chi non accoglie il regno di Dio come un bambino, non entrerà in esso.»
Mc10, 13-15
Come vivere questa Parola?
Nello scorrere delle pagine evangeliche, ricche di profondità e di sapienza, spicca questa istantanea, che coglie un profilo fresco e genuino della personalità di Gesù. Anche qui, come in altri momenti, il Maestro si serve della pedagogia del gesto per esprimere la necessità di porsi e rimanere in una situazione di servizio e di povertà per poterlo seguire. Il suo regno appartiene solo a chi è come i bambini. Ma i discepoli, ancora una volta, non capiscono e sgridano i piccoli che attorniano Gesù per essere toccati e benedetti. Allora il Maestro "s'indignò". Una reazione rara nel Vangelo, che rivela come la predilezione del Signore sia verso i più poveri, i piccoli la cui vita è di dipendenza totale. Proprio per questo sono i prediletti e allora Gesù può rivolgersi al Padre così: "Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e le hai rivelate ai piccoli".
La mia preghiera di oggi: "Fa' o Signore che io venga a te come il piccolo del salmo "Come bimbo svezzato in braccio a sua madre". E sia benedetto e toccato da te".
La voce di una mistica
"Quest'amore che ci abita, quest'amore che risplende in noi, perché non ci modella? Signore, Signore, questa scorza che mi copre non sia uno sbarramento per te. Passa Signore. I miei occhi, le mie mani, la mia bocca sono tuoi. (in metropolitana a Parigi) Questo bambino quasi grigio, tant'è pallido: ecco i miei occhi perché tu lo guardi."
Madeleine Delbrel
Sr Graziella Curti - direttice@fmamelzo.com