Commento su Mt 6, 1-6
«State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro, altrimenti non c'è ricompensa per voi presso il Padre vostro che è nei cieli. Dunque, quando fai l'elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere lodati dalla gente. In verità vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, mentre tu fai l'elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. E quando pregate, non siate simili agli ipocriti che, nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, amano pregare stando ritti per essere visti dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà...».
Mt 6, 1-6
Come vivere questa Parola?
Tutte le volte che incontro questo Vangelo di oggi rimango sempre di più colpito dalle espressioni assai plastiche adoperate da Gesù per esprimere il suo pensiero. Egli non usa il modo arido, pedante e distaccato del predicatore o del dottore della legge. No! Gesù ha scelto una forma assai concreta, pittoresca, ricca di immagini esuberanti, adatte a colpire la fantasia. Per esempio: «Quando fai l'elemosina, non suonare la tromba davanti a te...». Ritengo che nemmeno al tempo di Gesù ci fosse qualcuno che suonasse la tromba nel fare l‘elemosina! Oppure l'altra espressione icastica: «Non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra». È davvero un linguaggio vivacissimo, dove le due mani sono personificate, come se fossero due persone che convivono a fianco, ma che non devono sapere nulla l'una dell'altra!
Prima di continuare la nostra meditazione del brano evangelico conviene ricordare che la figura del ‘fariseo' tracciata da Gesù, più che descrivere un personaggio storico, è la personificazione della degenerazione della vera religiosità. Proviamo a tracciare brevemente il quadro di questi due personaggi contrapposti e antitetici:
- Il primo, il "fariseo":
compie qualsiasi opera buona per mettersi in vista; quando fa l'elemosina, suona la tromba per attirare l'attenzione su di sé; quando prega, si pone ritto al centro della sinagoga per farsi vedere...
- Il secondo, il vero discepolo:
quando compie un'opera buona, quasi si nasconde agli occhi di tutti; quando fa l'elemosina, la sua sinistra non sa quel fa la sua destra; quando prega, si chiude nel segreto della sua camera.
Insomma: secondo Gesù bisogna cercare soltanto la ricompensa di Dio, non quella degli uomini; bisogna agire nel segreto, nell'interiorità del cuore e non fare spettacolo.
Chi ha preso sul serio questo ‘stile di vita' è Gesù stesso, secondo l'affermazione riportata più sotto.
La voce dell'unico Maestro
«Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita»
(Mt 11,29).
Don Ferdinando Bergamelli SDB - f.bergamelli@tiscali.it
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