Omelia (31-05-2004) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Dalla Parola del giorno Elisabetta fu piena di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che debbo che la madre del mio Signore venga a me? Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo». Come vivere questa parola? Dopo aver benedetto a gran voce Maria e il frutto delle sue viscere, Elisabetta pone alla cugina una domanda che è al contempo un'esclamazione di meraviglia: che cosa grande per me! Perché la madre del mio Signore viene a farmi visita? E' lo stesso stupore manifestato dal re Davide (2Sam 6,9) durante il trasporto dell'Arca dell'Alleanza a Gerusalemme: "Come potrà venire nella mia casa l'arca del Signore?" – si chiede con timore e tremore, mentre salta e danza di gioia con tutte le sue forze. E con lui tutto il popolo, al suono melodioso e festante di cetre, arpe, tamburi, sistri e cembali. Un parallelismo non casuale, a cui l'evangelista tiene molto. Luca infatti non vuol essere semplicemente il giornalista degli eventi, ma vuole riassumere, fin dall'inizio del suo vangelo, tutto l'AT, da buon teologo e uomo di fede. Il viaggio dell'arca avviene nella gioia, così il viaggio di Maria; il popolo grida di giubilo al passaggio dell'arca, così Elisabetta di fronte alla visita di Maria. Questo per dirci che Maria di Nazaret è la nuova Arca dell'alleanza. E come nell'arca c'era la presenza di Jahvè, ora in Maria dimora il Verbo di Dio. Anzi, di più: la presenza di Dio diventa in lei maternità. Dinanzi a questo mistero d'amore, i nostri orizzonti si allargano senza fine: non ci è dato infatti di stare semplicemente alla presenza di un Dio che sta al di fuori di noi, ma di accogliere nel cuore un Dio che vuol dimorare in noi ed essere generato da noi: un dono d'incomparabile bellezza che stupisce e intimorisce a un tempo! E che ci stimola ad essere più ospitali. Ospitali con Dio e ospitali con ogni uomo che ci chiede accoglienza per sentirsi amato ed ospitato da Dio stesso. Oggi, più che mai, nella mia pausa contemplativa darò ospitalità a Dio, preparandogli un ambiente accogliente, ossia un cuore ben disposto, svuotato di ciò che è inutile e dispersivo; un cuore purificato dal fuoco dello Spirito e pronto all'ascolto nella vigilanza, aperto al dialogo nella carità, educato alla preghiera e desto nell'attesa. Maria, Dimora ospitale della Divina Tenerezza, fa' che anche il mio cuore diventi arca ospitale pronta ad accogliere con infinito e grato stupore il dono dell'Alleanza nuziale con il Figlio tuo Gesù. La voce di un profeta dei nostri giorni Visitazione. Questo incontro delle due madri che attendono un figlio è fuori dell'ordinario. Nelle loro coscienze di credenti, illuminate dallo Spirito Santo, comprendono che il tempo della salvezza viene inaugurato da queste due giovani vite che portano in loro. E' certezza che Dio non ci inganna, ci tiene tra le sue mani, ci vuiole bene e guiderà ogni attimo della nostra esistenza per appoggiarla su di Lui. Card. Carlo Maria Martini |