Omelia (15-08-2018)
CPM-ITALIA Centri di Preparazione al Matrimonio (coppie - famiglie)
Commento su Ap 11,19; 12,1-6.10; Sal 44; 1Cor 15,20-27a; Lc 1,39-56

Questa festività, specifica della liturgia della Chiesa si Gerusalemme dei primissimi secoli, viene accolta nel VI secolo nella liturgia della Chiesa di tutto l'oriente, come "Dormizione della Genitrice di Dio". La Liturgia della Chiesa d'occidente, romana, accoglie questa liturgia nel corso del secolo VII lasciandone, inizialmente, il nome invariato. È dal Sacramentario gregoriano di papa Adriano (VIII sec.) che troviamo il termine Assunzione.

Pio XII il 1° novembre 1950 con la bolla "Munificentissimus Deus" proclama dogma la festività dell'Assunta, a partire da quanto contenuto nel Sacramentario gregoriano: "il giorno, in cui la santa Madre di Dio subì la morte terrena, ma non venne trattenuta dai vincoli della morte".

La solennità dell'Assunzione invita, noi credenti, a guardare al termine della vita di Maria che, nel medesimo tempo, fu il momento della sua entrata in cielo come lo sarà per tutti i credenti in "Gesù, il Cristo, il Figlio di Dio".

Riferendosi a questa festa, il beato Paolo VI, nella sua esortazione apostolica "Marialis cultus" del 2 febbraio 1974 dice: "È, questa, la festa del suo destino di pienezza e di beatitudine, della glorificazione della sua anima immacolata e del suo corpo verginale, della sua perfetta configurazione a Cristo risorto". Queste parole, a mio avviso, significano che Maria è l'unica creatura umana dopo il figlio che è entrata in cielo in corpo e anima, dopo aver "terminato il suo corso della vita terrena ( M.D. di Pio XII)", per tutti gli altri, che muoiono in grazia, ciò avviene al momento della risurrezione dei morti, alla fine della storia della salvezza. C'è da considerare che, nella bolla or ora citata, l'assunzione corporea di Maria è collegata strettamente con la sua maternità verginale e sua esenzione dal peccato ( la corruzione del corpo è sempre segno del dominio del peccato e Maria, durante la sua vita, fu esente da tale dominio). La celebrazione della Assunzione di Maria in cielo è l'unica delle solennità mariane che un testo per la messa vespertina della vigilia e un testo per la messa del giorno. Il momento che segue è quello della messa del giorno.


Il primo testo dell'ufficio delle letture è tratto dal libro dell'Apocalisse (Ap 11, 19a; 12,1-6° 10ab). Nel cielo appare un "segno grandioso...una donna vestita di sole", l'immagine del popolo di Dio, popolo di peccatori, ma sposa di Dio che partorisce nel dolore il messia. Contro il popolo e contro il messia si erge il drago, satana, l'incarnazione del male, al quale Cristo, con la sua risurrezione, si sottrae al suo potere. Maria, la Chiesa, si rifugia nel deserto, confidando solamente in Dio, suo Signore, trionfatore assoluto sul male.

Il sole, la luna e le stelle, nel periodo in cui fu scritta l'Apocalisse, aveva una grande importanza per gli uomini del tempo. In essi i cristiani, "come in lettere celesti", vi leggevano la bellezza di Dio e quel che si verificava nelle stelle costituiva un'allusione a quanto vi era di celato nel mistero dell'incarnazione. La donna dell'Apocalisse è rivestita di sole e risplende per la luce divina che le viene comunicata dal Figlio "sole di giustizia".


Il Salmista, tramite il salmo 45, ci dice che, Maria Regina risplende alla destra del Signore, per motivi diversi: ha inaugurato il banchetto messianico alle nozze di Cana; è presente alle nozze cruente del Figlio con l'umanità allorché viene innalzato sulla croce.

Questo simbolismo deriva dalla considerazione che la Chiesa è la sposa prediletta diDio, nel Cristo Maria, culmine dell'umanità, ne è l'icona più perfetta.


Nella seconda lettura, tratta dal capitolo 15 della 1Cor, l'apostolo Paolo ci comunica la ragione per cui tutti gli uomini siamo sottomessi alla morte a causa di Adamo. Ma ora "tutti riceviamo la vita in Cristo", primizia dei risorti, allorché verrà, sulle nubi cel cielo, per consegnare il Regno al Padre dopo aver messo tutti i nemici sotto i suoi piedi e quindi anche la morte. Il risorto non ha voluto rimanere solo nel suo trionfo ma, ad esso, ha associato la chiesa sua sposa, incaricandola di trionfare, con tutti gli uomini, sull'odio, la paura e gli squilibri.


Il Vangelo di questa festività è tratto da quello di Luca e contiene il canto che le prime comunità cristiane ponevano sulle labbra di Maria. Questo canto contiene i gemiti e le speranze dei poveri, è l'inno di tutti i rinnovamenti possibili: poiché la morte, dopo l'incarnazione, è una cosa assurda in quanto l'odio scompare alla presenza dell'amore.

Dalle parole di Elisabetta, contenute nel vangelo odierni, è tratta la preghiera dell'Ave Maria, che si recita nel Rosario. Sempre nello stesso brano evangelico è contenuto il canto di Maria, la più bella lode a Dio contenuta nella Bibbia, viene cantato, ogni giorno, nella celebrazione dei Vespri. Questo canto esprime la gioia e la gratitudine, la speranza e la fiducia dell'umanità in colui che è Signore della storia, sempre vicino a chi cerca rifugio all'ombra delle sue ali. Maria e la Chiesa di cui è simbolo, condividono una condizione piena di grazia, una partecipazione al ministero e alla vita trinitaria, per tale motivo sono considerate "creature dello Spirito".


Revisione di vita

- Siamo del parere che l'Assunzione è il riflesso della Pasqua, il sole che brilla senza la quale non ci sarebbe più Pasqua?

- Veramente la Chiesa, annunciando l'assunzione di Maria, ci invita a riconfermare la nostra fede nell'onnipotenza di Dio?

- La festività dell'Assunzione ci porta a riflettere sul senso del nostro esistere: veniamo da Dio e verso di Lui andiamo?


Marinella ed Efisio Murgia di Cagliari.