Omelia (29-07-2018) |
don Roberto Rossi |
Gesù: la compassione, l'amore, il miracolo Il Vangelo ci riporta il racconto del grande miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci per una grande folla. Questo racconto che cosa mi dice dell'amore di Dio? Come mi fa conoscere l'amore delicato e infinito di Dio? È sempre interessante sottolineare le azioni di Gesù e i verbi con i quali il testo descrive quello che lui fa, quello che lui dice. Possiamo riprenderli e vedere con me in ciascuna espressione c'è davvero l'amore di Gesù, l'espressione del suo cuore e la potenza e della sua grazia. Gesù alza gli occhi, vede una grande folla e si rivolge a Filippo per coinvolgerlo nella sua compassione e nel suo impegno per quella gente. Quando sopraggiunge Andrea e gli presenta un ragazzo meraviglioso, il quale nella bontà e nella generosità del suo cuore sa dare tutto quello che ha, Gesù dà ordine: "fateli sedere". Gesù prende i pani, rende grazie e li fa dare a tutti, quante ne volevano. E poi ancora: "raccogliete i pezzi avanzati". Infine si ritira di nuovo sul monte, lui da solo, a pregare. Tutti gesti di amore, tutti segno della sua tenerezza e della sua potenza di figlio di Dio e di Salvatore. Anticipo di un dono infinitamente più grande, il pane del cielo, d se stesso, che si farà pane per la fame del mondo, per la salvezza di ogni uomo, per la vita dei cieli. Mi fa bene sottolineare la compassione di Gesù per quella folla, per la fatiche e la sofferenza di quella gente. Come in questi giorni, tutti abbiamo sentito la compassione per la sofferenza di quanti in Grecia sono rimasti vittime del grave incendio che ha distrutto interi paesi, con tante vittime, come i 25 bambini morti tutti insieme. Ciascuno di noi, e tutti insieme, possiamo ripensare a tutto quello che Gesù ha fatto e che fa: come mi ha amato e come mi ama, con la sua tenerezza, con la sua compassione, con il suo amore, con la sua provvidenza, con il pane del cielo. Gesù si è rivolto Filippo, ha accolto l'interessamento di Andrea, ha moltiplicato la bontà di cuore di un ragazzo. Posso chiedermi: come mi coinvolge oggi nel portare il suo amore alle persone, a chi è in difficoltà, a chi ha bisogno di aiuto e di speranza? Come mi coinvolge nella mia vita quotidiana, nella conoscenza e nell'esperienza che ho di questo mondo, con i tanti suoi problemi? Due espressioni possiamo sottolineare: "date voi stessi da mangiare". "Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto". Date voi stessi da mangiare: questo miracolo continua ogni giorno nell'opera di tanti missionari, di tanti operatori della carità; mi torna alla mente sorella Rosa, ogni giorno a dare cibo, medicine, cure a più di 300 bambini dai più piccoli ai più grandi; così l'associazione Papa Giovanni, così la Missione Belem.... Che cosa bella e santa, se, commossi e coscienti dell'amore di Gesù per ciascuno di noi, riusciamo a dare da mangiare a tanti bambini, a tanti poveri, che hanno bisogno di tutto! Il Signore ci conceda un cuore pieno di riconoscenza per il suo amore e pieno di tenerezza e di generosità verso i bambini della terra, verso i poveri della nostra società e del mondo. |