Omelia (05-08-2018)
don Luciano Cantini
Il pane di Dio

Quando sei venuto qua?

È una domanda senza senso come quella di due discepoli che iniziano a seguire Gesù, che interpellati, non sanno che dire ed escono con la domanda Maestro dove dimori? (Gv 1,38). Eppure, queste domande inutili nascondono un bisogno; un bisogno di relazione o meglio ancora un bisogno di dare senso alla propria vita e di trovare qualcuno che aiuti a cercarlo.

L'uomo moderno ha costruito un mondo in cui le meraviglie si confondono con le miserie, ricolmo di incoerenze, come una via senza sbocco, una casa che non ha tetto (Pio XII - Natale 1956).

Viviamo in un tempo in cui sembra che l'uomo sia in cerca di se stesso e lo fa identificandosi in un gruppo, una folla, una nazione (dal modo di vestire alle tifoserie, dalla movida alla gang, dai nazionalismi ai sovranismi) che non gli è sufficiente tanto che per affermare la propria deve rifiutare l'identità altrui (xenofobia, aporofobia, omofobia, handifobia,...).

In questi giorni a Giulianova un cittadino italiano di origine senegalese è stato cacciato da un impiegato perché gli uffici USL non sono quelli del veterinario. Noi non siamo razzisti, è lei che è negra è una delle affermazioni meno pesanti che dal mondo della politica si sono riversate contro un ministro della repubblica di origini congolesi, qualche anno fa. Per non parlare dei femminicidi in costante aumento.

Così ci illudiamo di esistere, di affermare se stessi ma ci imprigioniamo perché perdiamo l'unica risorsa che abbiamo davvero per darci libertà e dignità che è la capacità di amare e di essere amati.

Come spesso accade, Gesù non risponde alla domanda inutile quando sei venuto qua? Ma va a cercarne il senso scandagliando l'animo dell'uomo così da scoprirne la verità rimasta nascosta dalle preoccupazioni, dai desideri e le illusioni di quella folla.


Per il cibo che rimane per la vita eterna

La folla che segue Gesù non ha capito nulla, gli era stato offerto il dono della dignità e della libertà nell'esercizio della condivisione e nell'impegno personale e solidale che è proprio il contrario dell'istinto di autoprotezione, che tende a chiudere le relazioni ed affidarsi a poteri forti. Quando poi l'equilibrio si logora è facile scivolare dall'autoritarismo al tolitarismo, in questo la storia è gran maestra.

Gesù chiede di fare un salto di qualità. Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna. Non è questione esclusiva di mero nutrimento quanto impegnarsi in tutto ciò che concorre a costruire l'essere umano nella sua dignità di persona.

Alla folla che chiede un segno Gesù propone la sua persona. Il sentimento religioso dominante, le devozioni, le pratiche di pietà, il senso del sacro, allora come oggi, non permettono di comprendere fino in fondo la portanza di questa offerta che Gesù reitera più volte ed in forme diverse. Lui è il vero pane che toglie ogni fame.


Io sono il pane della vita

Alle domande della gente Gesù risponde: «Questa è l'opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato». Portato alla memoria l'esperienza della manna nel deserto e aver affermato che lui è il pane della vita Gesù afferma che come nutrirsi è necessario per vivere così è il credere in lui.

Nel suo vangelo Giovanni non parla mai di "Fede", espressione troppo teoretica, ma usa il verbo credere che ha in sé la dinamica dell'azione e la responsabilità della storia.

Credere è come mangiare: chi di noi passando vicino a un panificio non è affascinato dal profumo che emana? Siamo conquistati dalla croccantezza della crosta come dalla midolla così soffice, il suo gusto eccita le papille ed esalta gli altri cibi nella masticazione... è una meraviglia. Domandiamoci allora cosa ci affascina di Gesù, quale profumo ci avvolge per essere spinti a credere, quale croccantezza risuona nelle nostre orecchie nell'affrontare la durezza che sembra doversi spezzare nel percorso della nostra relazione con Dio, quali morbidezze scopriamo; e infine quali aspetti altri della nostra vita emergono nel loro sapore quando sono vissuti, impastati di Vangelo e messi nella prospettiva del Regno di Dio.