Omelia (05-08-2018)
don Alberto Brignoli
Perché mai cercare Dio?

Oggigiorno, cercare una persona non è poi così difficile. Se si tratta di un parente, di un conoscente o di un amico, è sufficiente avere il suo numero di cellulare, e alla domanda "Dove sei?", si può ottenere la risposta in pochi secondi, anche se ci si trova all'altro capo del mondo. Se invece è una persona di cui da tempo si sono perse le tracce, allora è sufficiente mettere nome e cognome nel motore di ricerca di internet, e ti escono le pagine dei social di tutte le persone con quello stesso nominativo: per cui, ti metti con calma a far passare le loro foto di profilo, sperando che la vita e il tempo non ne abbiamo modificato eccessivamente la fisionomia, e poi "chiedi la loro amicizia" e attendi che loro ti dicano di sì, nella speranza che il tempo abbia segnato solamente il loro viso e i loro capelli, e non la loro memoria... Una volta, invece, quando i telefoni erano solo quelli con il filo attaccato al muro e tutti quanti l'avevano in casa, cercavi il nome sulla rubrica telefonica (ammesso che ti ricordessi il paese di residenza) oppure chiamavi il 12 della SIP se la persona viveva fuori dalla tua provincia, sperando che la signorina che ti rispondeva fosse tanto gentile da perdere tempo per te a cercare il numero giusto: e poi, ti lanciavi nell'impresa di telefonare, a varie ore del giorno, finché trovavi la persona desiderata.
Era davvero un'impresa titanica. C'è da dire una cosa, però: con tutta la facilità che abbiamo oggi per entrare o rientrare in contatto con una persona, non abbiamo neppure in minima percentuale la stessa capacità di entrare in relazione con le persone che avevamo quando ancora non esistevano gli sms...e sembra che parliamo di un'altra era geologica, quando in realtà si tratta solo di 25 anni fa...
La cosa assurda è che i sistemi comunicativi legati ai social avrebbero dovuto servire appunto a "socializzare", e magari lo hanno pure fatto, riducendo le distanze e i tempi: ma in realtà, oggi con i social non socializzi più, al punto che puoi trovare al tavolo di un ristorante o di una pizzeria quattro o più persone che passano tutta la serata senza guardarsi in faccia con gli altri commensali... L'epoca dei social è l'epoca più isolata e isolante che ci sia... Diventa giocoforza, poi, che chi non ha connessione permanente alla rete diventi ancor più tagliato fuori dal resto del mondo, pur essendo, magari, la persona più solare e più socializzante del pianeta.
E ci chiediamo perché il mondo abbia perso il contatto con Dio? Semplice: perché Dio non è connesso alla rete "h24", e allora nessuno più lo cerca, nessuno più ha fame e sete di lui, perché è un "tagliato fuori" dal sistema.
Certo, qualcuno può anche chiedersi perché mai dovremmo cercare Dio: abbiamo tutto, a portata di mano, anzi a portata di un click o di un touch, a che mi serve Dio? Poi, però, arrivano per ognuno di noi alcuni momenti della vita in cui andiamo, a modo nostro, magari a tentoni, alla ricerca di Dio: e sono momenti in cui non c'è social che tenga, perché il bisogno di vita, il bisogno di salute, il bisogno di sapere quale sarà il nostro futuro e quello dei nostri figli, sono tutte domande a cui nessun social può dare una risposta adeguata. E sono proprio i momenti in cui andiamo maggiormente alla ricerca di Dio.
Proprio come fece la folla di Cafarnao, smarrita per aver perso il contatto con Gesù e con i suoi discepoli dopo la moltiplicazione dei pani e dei pesci: la sua ricerca non era dettata dal bisogno di entrare in comunicazione, di socializzare con Dio, ma solo dal fatto che in lui aveva trovato chi potesse risolverle il problema del pane quotidiano, senza fatica e senza lavoro. E Gesù non glielo manda certo a dire: "Voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati".
Avremo tutto il tempo, in questo mese di agosto, di addentrarci nella difficile comprensione del dialogo tra Gesù e la folla sul tema del Pane di Vita. Oggi mettiamoci solo alla ricerca di un contatto più sincero e più vero con Dio, non dettato da motivi utilitaristici o da calcolati tornaconti, ma spinto solamente dal desiderio nostro (e suo) di stare un po' con lui.
Io non sono così disfattista da pensare che gli uomini e le donne di oggi non abbiamo fame di Dio e non sentano il bisogno di andare alla ricerca di lui e della sua parola: sono certo che esiste una profonda fame e sete di Dio, ma purtroppo risponde a un bisogno immediato, a una fame "mordi e fuggi", alla necessità di avere qualcuno o qualcosa che risolva i nostri problemi anche e soprattutto quando siamo "disconnessi" dal resto del mondo. Occorre tornare a sentire fame e sete di Dio così come lui la sente di noi: per il solo desiderio di passare un po' più di tempo con lui.
E siccome lui (che senz'altro è un po' attempato) non ha profili di Facebook, Instagram o di qualsiasi altro social, approfittiamo anche di periodi dell'anno come questo delle ferie e delle vacanze per stare un po' di più con lui, senza necessarie richieste o bisogni: non sarà affatto tempo perso.