Omelia (14-08-2018)
don Mario Simula
La Beatitudine di un Grembo e di un Seno

Divampa la gioia attorno all'arca del Signore dimora ospitata nella tenda.
Quale gioia dovrebbe invadere la vita, il cuore, i pensieri, gli affetti di chi vede entrare nella sua vita l'Arca Santa della Madre del Signore? E' tabernacolo sigillato nell'amore. E' tabernacolo spalancato per amare.
"Sono la serva!". "Maria, allora sei il tesoro prezioso di Dio, cesellato nell'umiltà e nell'abbandono di chi si affida, sapendo che le mani del Signore compiono soltanto meraviglie. Ti attendiamo facendo festa, suonando arpe, cetre e cimbali, elevando suoni di gioia. Entra, Maria, come sposa adorna dei tuoi gioielli, nelle oscurità dei nostri dubbi e sconfiggi il pungiglione della morte e vesti il nostro corpo, come lo è il tuo, di immortalità. Lo chiediamo a Te. Sappiamo che tuo Figlio ti ascolta sempre e sempre si entusiasma quando ti esaudisce".
Donna meravigliosamente nuova, che porta nel suo corpo il sigillo della vita dirompente.
Morirà, come il Figlio amatissimo. Ma come Lui conoscerà l'ebbrezza dell'immortalità.
La gente l'ha saputo da sempre, nella sua fede semplice e genuina, senza ragionamenti e fatta di cuore. La gente ha sempre cantato e pregato il tuo corpo disteso, solenne, sul letto, in un atteggiamento provvisorio di dormiente. La gente lo sapeva che non eri creata per la morte, ma per tessere ad ogni istante un inno alla vittoria sulla morte.

La gente lo sapeva che avevi, incantevolmente uguali, le sembianze di tuo Figlio. Per questo ti vestiva da regina e lo fa ancora. Chi ti contempla, vede il cielo e non le ombre del peccato definitivamente abbattuto dal suo trono.

Chi vedeva Gesù, il Figlio, non poteva che dare voce ad una allegrezza incontenibile. Contemplava la bellezza inaudita di quel volto, di quella carne divina e intonava melodie per esaltare la Madre, per esaltare i segni di una femminilità compiuta, amabile più di ogni altra, materna, racchiusa nella bellezza misteriosa di un grembo e di un seno.

Beato il grembo che ha portato Gesù. Beata questa Donna forgiata, dall'eternità, dall'amore di Dio e rifinita nei novi mesi di una gravidanza dolce e tenera, attraversata da battiti, da un medesimo sangue, dal medesimo succo di vita, da canti e da emozioni. Beato il Grembo di Maria.

Beato il seno che ha allattato investendole di dolcezza le labbra e le membra di Gesù.
I segni indelebili del tuo essere donna, una delle infinite donne della storia, non possono che far scaturire sorgenti infinite di tenerezza.

Ci piace vedere in te ogni donna, una più bella dell'altra, una più amabile dell'altra se diventiamo capaci di non profanarle.
C'è una domanda in tutto questo. Per Gesù la beatitudine consiste nell'ascolto della Parola di Dio e nella sua manifestazione nella nostra vita.

Gesù è sempre sopra le righe. Va verso la Verità piena, spicca il volo verso Dio. Conta la Parola. A pensarci bene, conta la Parola che si fa carne, conta ancora una volta Gesù.

Perché Maria è "la Donna"? perché è la Madre del Signore.


Gesù, permetti al nostro sguardo e al nostro cuore, di contemplare le fattezze femminili di Tua Madre. Sono la bellezza gioiosa di un tripudio di colori. Donaci la grazia di entrare in punta di piedi nell'Arca Santa che ha portato la tua Esistenza. Aiutaci a contemplare nei suoi tratti di dormiente, i segnali non equivoci della vita. Avevamo avuto la percezione che quel passaggio di Maria attraverso la morte era soltanto una seminagione di vita.

Noi ci fermeremo ad ornarla con tutta la grazia, spendendo a piene mani lo splendore. E' la nostra fede che si manifesta. Non possiamo non manifestarla così.

Gesù donaci uno sguardo che sa mettere insieme il Tuo Volto e il Suo Volto, la Tua Morte e la Sua Morte, la Tua Pasqua irresistibile e la Sua Pasqua ricevuta come primizia.

Ci aiuterai a diventare anche noi primizia della tua risurrezione?