Omelia (02-09-2018)
fr. Massimo Rossi
Commento su Giovanni 6,60-69

Siamo alle solite!...
La tradizione vince sulla novità! Il passato ha la meglio sul presente!
L'Antico Testamento prevale sul Nuovo!
E quando i farisei non hanno argomenti da ribattere a proposito dei punti-cardine della (loro) fede, ecco che cominciano a rilevare i dettagli, gli aspetti meno importanti, le sbavature... Pur di poter delegittimare la persona e l'opera di Gesù!
Le scorse domeniche ci siamo concentrati sulla questione delle questioni: aderire a Mosè e alla Legge antica, oppure (aderire) a Gesù; comprensibile la resistenza delle autorità religiose e dei capi del popolo.
Non dimentichiamo che la polemica scatenatasi nel primo secolo d.C., tra Pietro e Paolo verteva proprio sul rapporto tra la Legge Antica e la Legge nuova: per accogliere il Vangelo di Cristo, era necessario conoscere e sottoscrivere il Credo degli Ebrei? In sostanza, il battesimo era subordinato alla circoncisione? Per il principe degli Apostoli, sì; per l'apostolo dei pagani, no.
Nel caso odierno si tratta dell'osservanza di regole e regolucce, appartenenti ad una tradizione ultra centenaria, è vero, ma che non compaiono nel Decalogo...
Le cosiddette Dieci Parole ricevute sul Sinai, erano diventate più di seicento. Chissà, forse i teologi di quel tempo avevano dimenticato il comando di Mosè che abbiamo ascoltato nella prima lettura, tratta dal Deuteronomio: "Non aggiungerete nulla a ciò che io vi comando...".
L'atteggiamento dei farisei era chiaramente ideologico: significa che l'ostilità contro Gesù, contro le sue tesi e contro i suoi discepoli, era apriori! Qualunque cosa il figlio del falegname dicesse, o facesse, non era giusta, anzi, peggio, doveva essere sbagliata!
È la strategia che si mette in atto in Parlamento e, più in generale, nel rapporto tra partiti al potere e partiti non al potere. Secondo questa mentalità, riconoscere all'avversario qualcosa di giusto, o di non del tutto sbagliato, significherebbe riconoscere implicitamente che qualcosa di sé non è proprio giusto, o addirittura è del tutto sbagliato... E i farisei non potevano permettersi di fare concessioni al Maestro di Nazareth e alla sua dottrina; come si dice in gergo partitico, tolleranza zero!
Ne andava della loro dignità e del peso politico che esercitavano sulla società.
Ne andava del prestigio del Tempio. E poi, che figura ci facevano a calare le brache - perdonate l'espressione poco elegante! - davanti a un signor nessuno, sedicente Messia, & co.?
Ed ecco l'oggetto del contendere: riconoscere ad ogni gesto, anche minimo, una valenza religiosa. L'attenzione esagerata alla cura dei dettagli aveva fatto smarrire l'essenziale...
Un po' come quando si contempla un'opera d'arte da vicino, da troppo vicino, se ne apprezzano i particolari, certo, ma si perde di vista l'intero... Per cogliere l'opera in tutta la sua complessità e bellezza, soprattutto, per coglierne l'essenza intima, la verità, è necessario fare un passo indietro, magari anche due...
Avete mai incontrato qualcuno che soffre di ‘sindrome della maestrina'?...sempre a sottolineare gli errori... e soltanto quelli. Persone così, incapaci di manifestare un apprezzamento positivo, ma pronte a rilevare soltanto le imperfezioni, sono a dir poco antipatiche,...a dir poco.
Ma il valore del Vangelo di oggi è ancora maggiore! Ci sono almeno due aspetti da considerare, anzi tre; e per non dimenticarne uno, ve li enuncio subito: l'ipocrisia è il primo; il secondo è la riluttanza a guardarci dentro, che ha come conseguenza la tentazione di trovare le cause del male fuori di noi. Forse che Adamo non scarica la colpa su Eva, e lei sul serpente?
Il terzo ed ultimo insegnamento - piuttosto un corollario degli altri due -: l'inclinazione a rilevare i difetti degli altri, nell'illusione che "mal comune mezzo gaudio", e che, in fondo, c'è qualcuno peggiore di noi...
Come vedete, gli spunti per la riflessione settimanale sono davvero tanti, abbiamo solo l'imbarazzo della scelta. A cominciare da quella tendenza tipica di ogni religione a ‘moltiplicare' i testi normativi, le tradizioni, le pratiche, le istanze morali... Del resto, la storia del cristianesimo è iniziata duemila anni fa, sarebbe sciocco fare confronti tra la situazione odierna e quella primitiva, quando il gruppo dei fedeli riempiva a malapena il cenacolo.
Al giorno d'oggi la Chiesa si presenta al mondo con una struttura - sovrastruttura? - ingombrante e non certo facile da correlare alla fede. Sentiamo spesso ripetere. "Gesù sì, Chiesa no,...", ove, per ‘Chiesa' si intende il clero, il Vaticano, il potere temporale, la ricchezza, il prestigio politico... Per carità, mentirei se negassi che la Chiesa è anche questo! Ma prima che questo, la Chiesa è la mia, è la nostra comunità riunita a celebrare il mistero di Cristo, la Sua Passione, la Sua morte e la Sua risurrezione!
Così pure, lascia il tempo che trova, l'obbiezione: "Ma Cristo, pensava a tutto questo? voleva tutto questo?...la gerarchia, il Diritto Canonico, uno-Stato-nello-Stato, diritti, doveri, vincoli, sanzioni, pratiche, osservanze, etc. etc.?". Oppure l'altra critica non meno pesante: "Ma, se Dio è Amore, non basterebbe amarci? Se Dio ha predicato il perdono, e soltanto il perdono, non sarebbe sufficiente perdonarci e chiedere perdono?". Beh, il precetto dell'Amore, la consegna del perdono non sono impediti da una struttura dal peso quasi - senza quasi! - imbarazzante!
Chissà, se Gesù di Nazareth tornasse oggi, non risparmierebbe qualche tirata d'orecchi all'organizzazione della Chiesa, così come non risparmiò a Farisei e Sommi Sacerdoti, il biasimo che abbiamo ascoltato pochi minuti fa... Ma poi, (Gesù) si volterebbe verso di noi e, guardandoci negli occhi, immagino che ci direbbe: "Badate all'essenziale, fate la vostra parte, senza risparmiarvi!...a cominciare dalla misericordia verso tutti, anche verso i vostri Capi! Se poi siete senza peccato - cosa di cui peraltro dubito! - scagliate pure la prima pietra contro di loro!...".
Il Vangelo termina con un elenco interessante, che potrebbe diventare modello per un buon esame di coscienza: impurità, furti, omicidi, adultèri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. E, naturalmente l'ipocrisia! una versione riveduta e corretta del Decalogo di Mosè... Questi peccati macchiano la nostra vita e pongono una distanza, talvolta enorme, tra noi fedeli e Dio; cosicché le nostre riunioni liturgiche, anche queste odorano di ipocrisia, di finzione...
Meglio fermarci qui: "Dio onnipotente abbia misericordia di noi, perdoni i nostri peccati e ci conduca alla vita eterna!".
Amen, così sia!