Omelia (02-09-2018)
Missionari della Via


Tutti desideriamo avere un cuore puro, libero. Ma come fare ad averlo? Basta curare l'esteriorità? Mettendo regole (che certamente servono) o cambiando look, abitudini, rinnovando l'arredamento di casa? L'esperienza ci dice che non basta; è lo Spirito di Dio che può liberarlo e trasformarlo da un cuore di pietra in un cuore di carne, capace di amare!

Oggi Gesù tocca il tema delle tradizioni: erano delle regole pratiche che interpretavano la legge di Dio e dovevano servire a viverla bene nel quotidiano, per essere in buona relazione con Dio. Chi le trasgrediva diventava "impuro", quindi non idoneo a partecipare alla liturgia comunitaria. I farisei criticano Gesù e i suoi discepoli perché non si lavano le mani prima di mangiare, trasgredendo una tradizione. La risposta di Gesù è tonante: ipocriti, Isaia bene ha profetato di voi: Questo popolo mi onora con le labbra ma il suo cuore è lontano da me.

Nel mondo greco l'ipocrita è l'attore, chi recita una parte, chi indossa una maschera. E perché alcuni farisei e scribi sono attori? Perché con le labbra dicono una cosa, ma nel cuore ne vivono un'altra; si attaccano a una regoletta esteriore, ma sono senza amore nel cuore, senza misericordia. Appaiono pii e devoti, ma dentro sono maligni.

Che brutta cosa l'ipocrisia! Le parole più dure del Signore nel Vangelo sono proprio contro chi fa la parte, che si mostra credente ma poi con i fatti non lo è, chi usa la Chiesa e il nome di Gesù per il proprio tornaconto, per attirare consensi in politica, per mostrarsi una persona credente e affidabile, dando però scandalo con le sue scelte di vita a chi sinceramente vorrebbe seguire Cristo. Meglio un peccatore, giacché tutti lo sono e Dio perdona i peccati, che un ipocrita, che dice le cose giuste, ma fa il contrario! (papa Francesco).

Dice ancora il Signore: Invano mi rendono culto, perché insegnano dottrine che sono solo precetti umani. Queste tradizioni che avevano come scopo di aiutare ad osservare la legge di Dio (il lavarsi le mani era un segno di purezza), hanno invece avuto il sopravvento sulla legge stessa. Mentre il comandamento di Dio è l'amore, queste leggi avevano "superficializzato" questo grande comandamento: si dava la priorità a cose esteriori, come lavarsi le mani e pagare la decima, dimenticandosi del senso ben più profondo di tutto questo: amare Dio con tutto il cuore e gli altri come se stessi!

È un rischio per tanti ridurre la fede a due o tre precetti per sentirsi a posto: una processione all'anno, un'elemosina quando capita, un segno di croce "alla zorro" e via, a posto!, della serie: ma io che mi devo confessare? Non ammazzo, non rubo e vado a messa. Ci sarebbe da dirgli: certo, ora togliamo la statua della Madonna e al suo posto ci mettiamo te! Si capisce che questo ragionamento è dovuto alla scarsa cura della vita interiore: solo se inizio a scendere giorno dopo giorno nel cuore saprò riconoscere passioni sregolate, sentimenti e pensieri negativi a cui do spazio o che mi condizionano nell'agire, scoprendomi bisognoso di Dio e del suo perdono.

Gesù prosegue dicendo che non è ciò che entra nell'uomo che lo rende impuro, ma è ciò che esce dal suo cuore: questo è ciò che lo può separare da Dio, abbruttendolo e schiavizzandolo. A noi sembra quasi scontato, ma per gli uditori del Signore è stata una mazzata contro uno dei due punti fondamentali della tradizione ebraica, ancor oggi in vigore tra gli ebrei osservanti, cioè l'astensione dal mangiare la carne di alcuni animali per non essere esclusi dal culto a Dio. Questa norma si era resa necessaria perché i popoli pagani facevano largo uso di certi animali, quindi non mangiarli per gli ebrei era un segno per dire che non ci si voleva mischiare con certe pratiche idolatriche. Gesù non contesta questa volontà di bene, ma il fatto che hanno assolutizzato questa norma, perdendone il senso più profondo.

Cosa rende davvero impuro l'uomo, cioè non disponibile a Dio? Le cose che escono dal suo cuore. Gesù dunque non si oppone alla Legge, ma l'approfondisce, va alla radice del male; il cuore. Gesù è venuto a cambiare il nostro cuore mediante il dono dello Spirito Santo in noi che ci trasforma, ci cambia, nella misura in cui preghiamo e combattiamo le inclinazioni sbagliate. La nostra vita non cambia mettendo regolette, rinnovando la casa, cambiando look... cambia solo se cambia il nostro cuore, e il nostro cuore solo Dio lo può cambiare! E allora saremo liberi di amare e di affrontare qualsiasi situazione, anche la più dolorosa!

Gesù vuole davvero l'uomo libero, pienamente responsabile davanti a Dio e ai fratelli, pienamente consapevole che dipende da lui il decidersi per il male o per il bene. Gesù è venuto a darci lo Spirito Santo, a vincere la nostra incapacità di amare, di vincere quelle contraddizioni che abbiamo nel cuore, che elenca con un martellante elenco che vuole portarci al fastidio del male.

Al generico propositi malvagi segue un elenco dodici parole, quasi un crescendo di bruttezze, che culminano nella stoltezza, che nel Salmo 141 è di chi dice nel cuore: Dio non c'è. È da stolti vivere così: chi vive nel disprezzo di Dio può solo offrire all'uomo una società fatta di illusioni, di divisioni e di morte. Che altro può dare una società libertina? Ecco l'elenco del Signore: la società che vuol costruire sul sesso sfrenato, sull'infedeltà coniugale e il divorzio rapido tipo cambio cravatta, su un'insaziabile sete di denaro, per cui non c'è più una morale che tenga, tutti pronti a rubare e uccidere, a far guerra per avere, a vendicarsi vivendo da dominatori. Tutto ciò ha radice nel cuore umano. È lì la ferita, la cattiva inclinazione, sulla quale fa leva anche il nostro nemico.

Tutti abbiamo bisogno di lasciarci guarire, sanare, trasformare da Dio, per essere davvero disponibili a Dio. A questo vuol condurci Gesù. Questo è venuto a fare, come ci aveva promesso: vi darò un cuore nuovo, metterò dentro di voi uno Spirito nuovo.