Omelia (09-09-2018) |
Wilma Chasseur |
Coraggio, non temete! La prima lettura è tratta dal libro del profeta Isaia, capitolo 35. Ora di libri del profeta Isaia ce ne sono addirittura tre e questo capitolo 35esimo appartiene solo al primo libro, quindi pensate quanto enorme dovesse essere il rotolo del profeta Isaia. E cosa dice questo brano? " Dite agli smarriti di cuore: coraggio, non temete, ecco il vostro Dio viene a salvarvi". Chi erano quegli "smarriti di cuore"? Contestualizzando erano gli esiliati del popolo d'Israele che dovevano credere e sperare nell'umanamente impossibile ritorno in patria. Ma nulla è impossibile a Dio e dopo peripezie inaudite, gli esiliati giunsero in patria. Nulla è impossibile a Dio. Oggi gli smarriti di cuore ai quali è rivolta questa parola siamo noi :Coraggio non temete, ci sarà una fine dell'esilio e delle tribolazioni anche per voi perché l'aiuto di Dio arriverà senza tardare. La Scrittura se ne infischia della grammatica, anzi non conosce neppure i vari tempi del verbo, passato remoto, futuro,: passato, futuro anteriore ecc. ma conosce solo il presente e dice :"Non temete ecco il vostro Dio, egli viene a salvarvi". Viene! Non dice: "verrà". E' un presente sempre presente, o un presente continuato come si dice in inglese, ma non è né un passato e neanche un futuro Ecco cos'è che ci salva: la certezza che abbiamo un Salvatore che non ci ha salvati una volta per tutte, ma continua a venire ogni giorno a salvarci da ogni sbandamento traviamento e oscuramento. E questo giorno è un giorno eterno che durerà fino alla fine dei secoli, fino a quando non ci saranno più giorni e quindi non ci sarà neanche più il presente. E abbiamo bisogno di poter contare su Uno "che è fedele per sempre"( Salmo 145). • Amici per la pelle Nel Vangelo vediamo Gesù sempre itinerante, di ritorno da Tiro e diretto verso il territorio della Decapoli. Da quando è partito di casa, Gesù è instancabile nel proclamare la buona novella, sempre in cammino passando notti insonni in preghiera, e giornate di un'attività intensissima tra miracoli, guarigioni e insegnamenti. Sarà perché sapeva che il suo ministero sarebbe stato di breve durata? O perché " lo zelo per la casa del Padre lo divorava"? Sarà per entrambi i motivi. Oggi lo vediamo di nuovo alle prese con la malattia: " Gli condussero un sordomuto, pregandolo di imporgli la mano". Gli condussero. Questi malati del Vangelo, magari hanno perso tutto, compresa la salute, ma non hanno perso la cosa più importante: gli amici. L'abbiamo già visto altre volte: il più celebre è il paralitico calato dal tetto. Anche oggi vediamo il sordomuto che ha amici fedeli che lo conducono davanti a Gesù pregandolo di guarirlo. E meno male che lo chiedono loro perché il malato essendo sordo e muto non poteva certamente chiedere la sua guarigione. • Un grande sospiro E non solo la chiedono, ma la implorano. E Gesù lo porta in disparte. E prima di dire "apriti" emette un sospiro. Chissà perché! E' la prima volta che notiamo questo atteggiamento e mi ha colpito tantissimo. Cosa vorrà dire? Sarà stato dettato sicuramente dalla compassione, non solo per il sordomuto, ma per la condizione umana in sé, soggetta a mille sordità e a mille fragilità. Infatti siamo soggetti a fragilità fisiche; quante malattie; fragilità psicologiche: quante depressioni, esaurimenti e disturbi di carattere psicosomatico; fragilità morali: le tendenze al male contro cui dobbiamo lottare per far trionfare il bene e, come se non bastasse, anche le tentazioni che vengono dal maligno. Il nostro cuore è un vero e proprio campo di battaglia e in questo sospiro di Gesù, possiamo vedervi tutta la sua ansia di Salvatore e il desiderio di vederci tutti salvi e liberati soprattutto dalle innumerevoli sordità ai suoi richiami. Chiediamo orecchie funzionanti per udire i richiami dello Spirito Santo . |