Omelia (23-09-2018) |
Wilma Chasseur |
Che fatica diventar piccoli! Tutto il Vangelo di Marco è un cammino dei discepoli col Maestro che non è un rapporto di alunni col prof., ma un seguire il modo di vivere del Maestro. Camminano con Lui, ma sono ancora molto lontani dal capirlo veramente. Lo seguono con i piedi, ma la testa è altrove .I discepoli erano ancora tributari della mentalità giudaica che aveva una concezione politica del Messia che sarebbe comparso sulle nubi del cielo e avrebbe messo in fuga i nemici, avrebbe fatto piazza pulita dei Romani per fare di Israele un regno libero e potente che avrebbe dominato sugli altri. Ma Gesù voleva instaurare una regalità che era esattamente l'opposto. Non era venuto per mandare a casa i Romani ma per liberarli e liberarci dal nemico delle anime . • Sempre la solita storia! I Vangeli sono anche storia e non solo annuncio. Abbiamo storici di rilievo che ci tramandano quella situazione politica. Giuseppe Flavio, ebreo e comandante delle truppe ebraiche in Galilea, adottato dall'imperatore romano (da qui il secondo nome Flavio che è romano) scrisse le celebri "Antichità Giudaiche" dove spiega la situazione di allora. E allora capiamo un po' meglio perché in questo vangelo ci vengono narrati i sogni trionfalistici di alcuni apostoli. Ed ecco perché appena giunti a Cafarnao Gesù domanda loro: " Di cosa stavate discutendo lungo la via?" Ed essi tacevano. Per via infatti avevano discusso tra loro chi fosse il più grande. Incredibile ma vero! Dopo la grande e tragica rivelazione di Gesù sulla sua fine imminente e cioè che sarebbe stato ucciso e dopo tre giorni sarebbe risorto, i suoi amici più intimi stavano coltivando sogni di grandezza. Ecco di che pasta siamo fatti! La natura umana, lasciata a se stessa, non è proprio capace di grandi voli! Ne facciamo tutti l'esperienza. Solo la grazia fa volare... E naturalmente, allorché Gesù li interroga su cosa stessero dicendo lungo la via, si guardano bene dal dirglielo! • Smascherati... Allora sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro: " Se uno vuole essere il primo sia l'ultimo di tutti e il servo di tutti". Ecco smascherati in pieno i loro sogni di grandezza e rivelati i pensieri nascosti nel loro cuore. Risposta che centra in pieno l'obiettivo e non lascia sussistere la minima illusione di "carriera". In un sol colpo il Maestro abbatte tutti i sogni trionfalistici dei Dodici. "Servire è regnare" diceva già sant'Ireneo di Lione, ma chi la capisce ancora questa lingua? O, perlomeno, chi la parla ancora, anche qualora la capisca? Alzi la mano colui per il quale "servire" è sinonimo di "regnare" e colui che aspira ad arrivare al potere solo per servire! Questo Vangelo ci mostra dunque due modi di tacere dei Dodici, dettati da due atteggiamenti diversi: prima, quando Gesù annuncia la sua prossima fine, tacciono perché non capiscono e non osano far domande. E forse non le fanno proprio per il timore di capire ciò che non vogliono capire. • Contare fino a zero Poi, quando Gesù li interroga su cosa stessero dicendo tra di loro, tacciono di nuovo perché evidentemente si vergognano di rivelare quali aspirazioni abitassero i loro cuori, proprio dopo aver udito il grande annuncio della Passione. Aspiravano ad essere grandi, ma Gesù rivela loro che l'unico modo per essere grandi è diventare piccoli: " E preso un bambino, lo pose in mezzo e abbracciandolo disse: chi accoglie uno di questi bambini nel mio nome, accoglie me". Gesto sorprendente perché i bambini contavano zero nell'Antico Oriente. Siamo dunque invitati a non voler crescere troppo, o perlomeno a non innalzarci, perché poi sarà sempre più difficile ridiventare piccoli ed essere felici di essere servi di tutti. |