Omelia (23-09-2018) |
don Luca Orlando Russo |
Una divisione insanabile? La liturgia della parola di questa domenica, in continuità con quella di domenica scorsa, evidenzia la distanza che separa Gesù dai suoi più stretti collaboratori. Il Vangelo candidamente confessa che non lo capiscono, Gesù dice cose che vengono ignorate e si finisce per parlare di chi è il più grande. Gesù parla di "perdere" la vita per metterla a servizio di tutti e i Discepoli pensano che è bene avere maggiore potere per realizzarsi la vita. È bene essere il primo, ma se vuoi esserlo - afferma Gesù - bisogna scegliere di stare in basso nella scala sociale come lo è un bambino (che ai tempi di Gesù non aveva nessuna considerazione). Non mi pare che ci siano i margini per una conciliazione, per un compromesso tra queste due linee di pensiero. È ingenuo pensare che presto loro capiranno, ci sono convinzioni diverse che alimentano questi pensieri e soprattutto un'idea diversa di Dio. Gesù sperimenta un Dio che per farsi conoscere consegna il suo Figlio al male, al peccato e alla morte, mentre i Discepoli sono ancorati all'immagine di un Dio vincitore su tutti, che prima o poi tirerà fuori la sua forza, la sua onnipotenza per affermare il suo regno. Solo l'esperienza del male redento, del peccato perdonato e della morte condivisa potrà convincerci che quella di Gesù è la strada giusta per una vera realizzazione della vita. Buona domenica! |