Dal Vangelo di oggi vogliamo trarre due grandi insegnamenti: se vogliamo davvero testimoniare il risorto e vivere la vita nuova che ci ha donato, è importante non chiudersi e non scandalizzare, ma aprirsi agli altri ed edificarli.
Primo punto: non chiudersi, ma aprirsi. I discepoli vedono un altro parlare di Gesù e fare un prodigio nel suo nome; ma questo qui non cammina con loro. Allora chiedono al Maestro: vuoi che lo fermiamo? Non è mica dei nostri! Gesù invece dice: guardate, quello lì mi vuol bene, crede in me, quindi non impeditegli di annunziarmi. Anche in lui agisco io!
C'è qui un bell'invito del Signore: non spegnere i germogli di fede che vediamo negli altri: Dio non ci vuole esclusivi, ma inclusivi, cioè non vuole che ci sentiamo padroni della salvezza, escludendo tutti coloro che non sono "al nostro livello", ma ci vuole "inclusivi", capaci cioè di includere gli altri, di aiutarli a crescere, portandoli all'incontro pieno con Cristo, pienezza di grazia e di verità. Dio non agisce solo ed esclusivamente nella Chiesa; certo, nella Chiesa lo incontriamo in pienezza, ed è lì, nella sua comunità guidata dai successori degli apostoli che lo possiamo conoscere veramente e incontrare; e noi siamo chiamati a invitare gli altri ad aprirsi a questo incontro meraviglioso, a far esperienza di questo amore misericordioso che giunge a toccarci nei sacramenti. Ma Dio vuole che tutti siano salvi, perciò opera anche al di fuori della Chiesa, preparando i cuori degli uomini all'incontro con il Vangelo della salvezza.
Questo tocca anche il nostro semplice quotidiano: quante volte ci si appropria di ministeri da fare, incarichi, lavori per cui quella cosa o la faccio io o niente, guai a chi la tocca! E così le nostre comunità si chiudono e stagnano, non accogliendo i nuovi; in casa si asfissia: ognuno i suoi compiti e zero collaborazione extra. Invece il Vangelo sembra dirci: non importa chi fa il bene, l'importante è che si faccia! Ecco, non chiudersi, ma aprirsi: ciò che conta è che il bene corra! Perciò, per favore, non chiudiamoci, ma apriamoci, edifichiamo, tiriamo fuori il meglio dagli altri, incoraggiamoli al bene! Questo fa un vero educatore: non critica sempre, evidenziando i limiti e gli errori, ma esorta al bene, dà fiducia, sa dire "bravo" anche per le piccole cose ben fatte, fa sentire la propria vicinanza sempre e comunque; chiaro, mettendo in guardia da ciò che è bene e ciò che è male, proprio come fa con noi il Signore.
Gesù poi ci dice una parola meravigliosa che ci apre alla generosità di Dio: anche per un solo bicchiere di acqua fresca dato a uno di questi miei piccoli, perché mio discepolo, uno non perderà la sua ricompensa. Che bello sapere che Dio ricompensa anche il più piccolo gesto di generosità!
Secondo punto: non scandalizzare, ma edificare! Il Signore non vuole assolutamente che si ostacoli la fede dei piccoli, cioè sia dei bambini che delle persone semplici e per questo usa parole durissime. Quanti scandali ancora oggi a causa dei cristiani: perdonaci Signore!
Il Signore non vuole che si macchi l'innocenza dei bambini, che ci si dica cattolici solo per nascondere e raggiungere i propri interessi, che si viva nella più totale e volontaria incoerenza, che si faccia del proprio incarico di servizio uno strumento di potere; e per noi sacerdoti e consacrati, il Signore non vuole che scandalizziamo gli altri con la mondanità di una vita dissoluta, con soldi di troppo, con macchine di grossa cilindrata che un padre di famiglia non si potrà mai permettere giustificandoci con il bisogno di essere sicuri per le strade, con telefoni e tecnologia di lusso, con una vita dissoluta moralmente, dimenticando la vita povera di nostro Signore, che non ebbe dove posare il capo!
Perciò il Signore ci invita a tagliare con ciò che non va; chiaramente non ci sta dando una soluzione medica (tagliare quella parte del corpo), ma un principio; sii deciso, oggi, a tagliare con ciò che non va. Se la tua mano ti è di scandalo, se la usi solo per avere, per prendere, se per arricchirti non badi all'ingiustizia e alla sofferenza che rechi agli altri, taglia con quelle situazioni; se il tuo piede ti è di scandalo, cioè se vai fuori strada, se ti rechi in posti e luoghi sbagliati, se stai camminando fuori dal Vangelo, se stai dirigendo male la tua vita, taglia con quelle situazioni, quelle relazioni, quelle abitudini che ti stanno facendo perdere per sempre; se il tuo occhio ti è di scandalo, se la passione smodata ti assale, se guardi tutto e tutti come oggetto di piacere, se hai assolutizzato il tuo "punto di vista", se vivi in una superbia intellettuale per cui il tuo io è Dio, taglia con quei pensieri, apriti al nuovo.
E non riduciamoci a quelle lamentazioni tipo: non ce la faccio, è più forte di me. Coraggio, attingiamo alla grazia di Dio mediante la preghiera e mettiamoci tanta buona volontà e con lui tutto si fa! Se ti assilla un vizio, non dire: oggi è l'ultima volta, da domani smetto, ma di': Signore, è troppo forte, per cui oggi no, domani poi si vede! Riscopriti capace di cose grandi, creato a immagine e somiglianza di Dio! E ricorda: è meglio entrare nel regno dei cieli. Nulla è paragonabile alla comunione con Dio, al paradiso.