Omelia (07-10-2018)
don Maurizio Prandi
Uno più uno = tutto, se i due si vogliono bene

È bello, nella celebrazione eucaristica poter dare un volto alla parola che si ascolta. Abbiamo ascoltato dell'amore tra l'uomo e la donna, abbiamo ascoltato dell'abbraccio di Gesù ai bambini, ecco che Chiara e Gianni ci chiedono oggi di essere noi quell'abbraccio di Gesù per il loro Gabriele che tra poco riceverà il battesimo.

C'è un di più al quale Gesù pian piano ci educa. I farisei si avvicinano in modo subdolo a Gesù, con il desiderio di ingannarlo? Gesù invita alla verità nella relazione. Pongono una questione in modo moralistico? Gesù invita a guardare in modo morale alla vita. L'atteggiamento moralistico fa perdere di vista il sogno originario di Dio; dall'inizio della creazione ricorda Gesù. Se perdi di vista il senso della relazione con chi hai di fronte, il mistero della persona, perdi di vista l'inizio, perdi di vista le parole con le quali si apre il libro sacro: in principio


A chi si avvicina per vedere se può in qualche modo ingannarlo, Gesù risponde proponendo un cambio di prospettiva: così rigidi, così legati alla norma, alla legge, sono portati capire che sì, c'è la legge, ma il problema non è la legge, non sono i confini, i paletti (anche domenica scorsa i discepoli, a quello che non li seguiva volevano porre un confine, un limite) il problema è la durezza del cuore, il problema è il giudizio senza misericordia, il problema è quando parti dal fatto che la colpa è sempre dell''altro (in questo caso la donna).


Ci sono come due livelli per Gesù: quello pubblico e quello dell'intimità; c'è l'insegnamento fatto a tutti che, a proposito di cambio di prospettiva diceva qualcuno, sconvolge anche le "leggi della matematica": uno più uno, per Gesù, per Dio, non fa due ma fa una sola carne! Uno più uno fa? Uno! Che, guardate bene, non vuol dire che uno vale uno eh? Ripeto un accenno che ho fatto domenica scorsa citando un attore che ha adattato il testo del romanzo Nel mare ci sono i coccodrilli. Il maestro afgano che interrogando gli alunni domanda: Quanto fa uno più uno? Alla risposta giusta, scontata, aggiunge una sua riflessione: uno più uno ragazzi, fa TUTTO se i due si vogliono bene. Sento che sta qui la bellezza dell'insegnamento di Gesù: ancora una volta a chi vuol dividere, separare, giudicare, ripudiare, Gesù parla di Dio, parla di sogni, parla di armonia, parla di unione e di universalità.


Poi l'insegnamento nell'intimità, nella casa, con i discepoli che poverini sono ancora senza strumenti per capire e come due domeniche fa Gesù (altro cambio di prospettiva), ricorre nuovamente ai bambini, quei bambini che qualcuno desiderava semplicemente che Gesù toccasse, lui li abbraccia, impone le mani, benedice. Ancora una volta Gesù va oltre le nostre attese, va oltre i nostri desideri; i discepoli rimproverano, Gesù ci fa capire che vogliono impedire loro questo contatto ma come dicevamo domenica scorsa, il mondo di Dio non ha confini. Qualcuno durante la condivisione diceva (e sono completamente d'accordo su questo) che più il cuore è duro, più la norma, la regola, deve essere stringente. Più il cuore è duro, più il confine deve essere delimitato, marcato. Più il cuore è duro, più il muro deve essere spesso e alto. Alla norma che indurisce, Gesù risponde con la norma che dirige la tua vita, che dà una direzione alla tua vita.


Ringraziamo Chiara e Gianni allora, che tra poco riceveranno una candela accesa, simbolo di questa direzione che sono chiamati a dare a Gabriele. Oggi fate quello che c'è scritto nel vangelo, e il vostro non è semplicemente un presentare, ma, secondo il testo in greco un offrire, gli offrirono i bambini. Siamo orgogliosi di voi che avete il coraggio di offrire a Gesù quanto avete di più prezioso: Gabriele. E' proprio vero, non puoi offrire a Dio i ritagli, gli avanzi, il superfluo: offri a Dio le primizie. Ringraziamo però anche Gabriele che siamo chiamati a guardare, a contemplare, per cercare di imparare da lui come si fa ad accogliere il Regno di Dio come lo accoglie un bambino.