Omelia (14-10-2018) |
don Luca Orlando Russo |
Il ricco e la schiavitù La categoria del ricco è molto nota alla tradizione biblica e su di essa ha un giudizio diverso da quello che noi siamo soliti dare. Per l'AT il ricco è un "benedetto" da Dio che gli ha concesso prosperità, anche se la sua ricchezza può essere pericolosa quando lo allontana da Dio e soprattutto se per procurarsela egli infrange la Parola di Dio. Diverso è il giudizio del NT che guarda al ricco come l'antitesi del "povero" che confida in Dio. Il ricco spesso è l'autosufficiente che, forte della sua ricchezza, si allontana da Dio e deifica se stesso. Si comprende allora perché quando Gesù parla del ricco intuisce che c'è un pericolo in lui, un inciampo alla fede, all'abbandono umile nella mani di Dio. Il ricco difficilmente si stacca dai "suoi" beni e difficilmente è disposto ad affidare ad altri la propria salvezza. Il ricco sa molto bene che la sua ricchezza gli permette di poter coltivare la sua autosufficienza, ma quello che non sa (o forse lo sa, ma lo ammetterà difficilmente) è che la sua dipendenza da ciò che costituisce la "sua" ricchezza lo rende uno "schiavo". Il ricco consapevolmente e inconsapevolmente si lega alle "sue" ricchezze e con loro stringe un patto di assoluta fedeltà: lui farà di tutto per non perderle mai, ne sarà geloso fino all'eccesso, non permetterà mai a nessuno di metterci le mani sopra, le metterà in una "cassaforte" molto sicura e su esse terrà fisso il suo sguardo, per sempre la sua vita non conoscerà altri "amori". Se abbiamo una qualsiasi realtà (persone o cose o altro...) a cui siamo legati così siamo ricchi e se siamo ricchi siamo "cammelli" che difficilmente passeremo per la cruna dell'ago. Buona settimana! |