Omelia (14-10-2018)
Omelie.org (bambini)


Buona domenica a tutti. Abbiamo appena letto tre letture e un salmo responsoriale. Ogni Domenica le letture non vengono scelte a caso, ma sono connesse tra loro al fine di rivelarci un messaggio chiaro e illuminante.
Cosa ci hanno detto le tre letture e quale è il filo rosso che le lega tra loro? La prima lettura, tratta dal libro della Bibbia la Sapienza, ci ha detto che avere un cuore e una mente illuminati da Dio e' più importante che essere ricchi.
Il salmo responsoriale (di risposta), così chiamato perché è la nostra risposta alla prima lettura, risposta che si fa preghiera e invocazione, chiede a Dio di donarci la Sapienza. Con questo dono della Sapienza noi saremo in grado di capire ciò che ci giova e ciò che invece e' pericoloso o dannoso.
La seconda lettura ci presenta la parola di Dio come una spada affilata che penetra nelle ossa e ci indica lo stato della nostra anima.
Il Vangelo oggi ha come protagonista un giovane; non sappiamo il suo nome ma sappiamo solo che e' ricco.
Correndo raggiunge Gesù e si getta ai suoi piedi. Ha un problema: i soldi non gli mancano ma sa che o prima o dopo deve morire; VUOLE quindi un suggerimento dal Maestro per poter guadagnare la vita eterna.. Pensa di essere a posto perché ha sempre osservato i comandamenti. Gesù lo spiazza: innanzitutto lo fissa con il suo sguardo penetrante e pieno di amore e poi gli dice: "una sola cosa ti manca: va' vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo, poi vieni e seguimi.
Vi ricordate a questo punto cosa succede? Il giovane si rattrista e fa dietrofront... non gli piace la proposta del Maestro...
Perché Gesù gli chiede d vendere tutto, dare il ricavato ai poveri e poi seguirlo?
Forse la ricchezza e' qualcosa di negativo? Forse Gesù' vuole che rimaniamo poveri?
No, no davvero. Non a tutti Gesù' direbbe di vendere tutto e dare il ricavato ai poveri..Perché a lui glielo dice?
Gesù' conosce il cuore di ognuno di noi e vuole che tutti siamo felici. Per ciascuno quindi ha una terapia diversa a seconda del suo male spirituale.
Quale e' la malattia che affligge lo spirito di questo giovane?
Non sono i soldi di per sé ma l' attaccamento ai soldi.
Se siamo attaccati a qualcosa o a qualcuno non possiamo essere felici e quindi non possiamo godere la vita eterna. Gesù' gli da' una risposta che non si immaginava; gli dice che se vuole stare bene dopo la morte deve incominciare a vivere bene adesso, cioè, non si può essere felici se accumuliamo soldi e averi per noi stessi perché nell'aldilà' tu non puoi portare nulla ma possederai solo quello che avrai donato. I soldi poi non possono comprare le cose più importanti della vita: puoi forse comprarti una mamma se non ce l'hai, o la salute, o gli amici, o la bellezza, o l'intelligenza?
Con i soldi puoi comprare i libri ma non la cultura, le medicine, ma non la salute, i giochi, ma non la capacità di vincere.
A questo punto e' necessario chiarire la differenza tra apprezzare, amare, aalorizzare le cose e le persone e l'essere attaccati alle medesime. L'attaccamento si verifica quando siamo preoccupati, quando siamo fissati, concentrati, presi da qualcosa o da qualcuno tanto che dimentichiamo tutto il resto. L'attaccamento non ti fa godere niente; hai sempre paura di perdere l'oggetto del tuo attaccamento e sei disposto a sacrificare tempo, energie, attenzione, affetto, considerazione pur di conservarlo gelosamente. L'attaccamento ti porta ad innescare un meccanismo che produce peccati a catena: E' il cosiddetto "effetto pinuts": come nessuno si limita a mangiare una sola nocciolina americana cosi per conservare un attaccamento non si fa solo un peccato ma una catena di peccati; ad esempio, se sono attaccato ai video giochi, non solo penso, desidero, mi preoccupo di questi, ma spesso trascuro di fare i compiti, di aiutare in casa, di andare a trovare il nonno, di praticare uno sport...
L'attaccamento impedisce una vita di preghiera perché non ti fa ascoltare la voce di Dio.
Quando sono attaccata a qualcosa è come se la mia linea del telefono fosse sempre occupata e quindi nessuno mi può chiamare e parlare.
L'attaccamento ti toglie tempo ed energie fisiche, psicologiche morali e spirituali.
Il Signore vuole che noi amiamo con libertà e distacco sia per poter godere meglio di tutto, sia per non perdere di mira lo scopo della nostra vita.
Insomma il giovane ricco deve vendere i suoi beni per poterli godere veramente, e per poterli mettere a frutto. La rinuncia ai beni non e' dovuta al fatto che i beni sono da disprezzare perche altrimenti i beni non sarebbero più tali.
La rinuncia ai beni serve per poterne godere il possesso: noi possediamo veramente solo ciò che siamo capaci di donare. Quando siamo attaccati a qualcosa non siamo noi a possedere quel qualcosa ma è quel qualcosa che possiede noi e schiavizza la nostra esistenza.
Il distacco dai beni ci permette di volare, cioè ci permette di essere liberi dal nostro egoismo, aprirci all'Altro e agli altri e cosi irradiare gioia e pace. Diceva S.Giovanni della croce: se un uccellino è legato con una corda o con un filo sottile non ha importanza; in entrambi i casi non può volare. Cerchiamo quindi di non avere nemmeno un piccolo sottile attaccamento perche cosi possiamo sperimentare l'ebbrezza del volo...
Domandiamoci: io a che cosa sono attaccata? Per poter rispondere a questa domanda è sufficiente che io consideri quali sono miei pensieri più ricorrenti, le mie preoccupazioni, i miei timori, i miei desideri e aspirazioni.
Come fare per diventare distaccati? "fake it till you make it": fai finta di essere distaccato e in breve lo sarai davvero. E non riesci a fare a meno dei video giochi... Fai finta e agisci come se non ne fossi dipendente e vedrai che il tuo attaccamento diminuirà' drasticamente.
Ed ecco allora svelato il filo rosso che lega le tre letture e il salmo: siamo chiamati ad essere liberi, ad amare senza attaccamenti: tuttavia ci scopriamo fragili...
La parola di Dio ci ricorda che quello che non è possibile agli uomini a Dio è possibile.
Nulla è impossibile a Dio.
Durante il ringraziamento alla comunione chiediamo a Gesù di amare senza attaccamenti e rispondiamo all'invito.

Commento a cura di Tiziana Mazzei