Omelia (08-06-2005)
Casa di Preghiera San Biagio FMA


Dalla Parola del giorno
La nostra capacità viene da Dio, che ci ha resi ministri adatti di una Nuova Alleanza, non della lettera ma dello Spirito; perché la lettera uccide, lo Spirito dà vita.

Come vivere questa Parola?
Paolo sembra quasi essere in contraddizione con quanto Gesù afferma nel vangelo che ci viene proposto quest'oggi: "Non passerà della legge neppure uno iota o un segno", cioè neppure il più piccolo precetto. Eppure il cristianesimo è qui, in questo superamento della "legge". Il problema non si pone a livello di semplice osservanza. È qualcosa di molto più profondo. Si tratta di andare al cuore della stessa Legge, che se ridotta a precetto a lettera morta, finisce con l'asservire. Proprio il contrario di quello che Dio stesso voleva. Al Sinai Israele veniva affrancato da qualsiasi genere di schiavitù. Espressione e garanzia della libertà raggiunta era il dono della "Legge". L'accento allora cadeva sulla libertà e non sulla Legge. Un'osservanza legalistica fredda impersonale è segno di un cuore non libero, di un rapporto con Dio ispirato dalla paura e non dall'amore: un rapporto da schiavi!. Più volte i profeti avevano levato la voce contro questa stortura e poi avevano prospettato un dono divino teso a strappare via il nostro "cuore di pietra" per sostituirlo con un "cuore di carne". Un intervento indicato anche come una "effusione dello Spirito su ogni carne", cioè su ogni uomo. È lo Spirito stesso che permette di vivere in libertà anche l'adesione alla Legge, che Gesù non disattende, ma di cui indica il cuore palpitante: l'amore.

Oggi, nel mio rientro al cuore, prenderò atto che solo nello Spirito posso vivere pienamente quel dono di libertà che mi permette di stare dinanzi a Dio da figlio e non da schiavo. Lascerò che questa certezza mi permei fino a far spazio dentro di me alla gioia più schietta.

Vieni, Spirito Santo, Spirito di libertà perché Spirito di Amore. Strappa via il mio cuore di pietra e sostituiscilo con un cuore di carne, perché il mio rapporto con Dio-Trinità sia un rapporto filiale e quello con i miei simili sia fraterno.

La voce di un vescovo del IV secolo
O Cristo, fa scendere su di me questo Spirito con il Padre. Che sia una rugiada alla mia anima e il culmine dei tuoi doni regali.
Sinesio di Cirene