Omelia (14-10-2018)
don Giovanni Berti
Nonsolocomandamenti

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Io ho sempre avuto un cattivo rapporto con le cose imparate a memoria. Dimentico facilmente i nomi delle persone o li mescolo (con inevitabili brutte figure), ma anche tutti gli elenchi di regole, preghiere, testi di canzoni e poesie, mettono a dura prova la mia memoria. Ammetto che anche l'elenco di regole per eccellenza, i 10 Comandamenti, nella mia testa a volte si confondono e si mescolano nell'ordine. Leggendo il Vangelo di questa domenica però mi sembra che anche Gesù abbia qualche difetto di memoria riguardo i Comandamenti, il centro della Legge del credo religioso di Israele. Infatti al tizio che lo avvicina per strada e gli chiede "...cosa fare per avere la vita eterna", il Maestro elenca i Comandamenti, ma con diversi cambiamenti e omissioni e in un ordine libero, e addirittura aggiungendo un elemento che non faceva parte dei Comandamenti ("non frodare").
E' chiaro che Gesù non ha i miei problemi di memoria, ma al contrario conosce bene il senso della sua scelta e del suo insegnamento. Quelli che Gesù elenca sono i comandamenti che hanno a che fare con il prossimo, e omette quelli rivolti a Dio ("Non avrai altro Dio... ricordati di santificare il sabato..."). E per sottolineare che l'importanza non sta nel conoscere a memoria un elenco di comandamenti, ma il loro significato e l'attuazione pratica, aggiunge quello che era un precetto conseguenza dei comandamenti, importante nelle relazioni umani, cioè non imbrogliare (ed è davvero molto attuale anche per noi!).
Per Gesù però la semplice conoscenza dei comandamenti e la loro attuazione pratica non sono abbastanza per rendere la vita "eterna", cioè piena, realizzata, felice.
Nell'uomo che ha davanti e che gli ha posto la domanda vede uno che ha bisogno di essere liberato nel profondo, ed è per questo che gli propone non solo l'adesione a un regolamento e a delle leggi, ma una proposta radicale di vita. Non gli propone un "galateo" di vita che rimane in superfice, ma una relazione profonda e nuova con Dio e con il mondo, con lui e con i poveri. Gli fa una proposta davvero grande, forse troppo grande in quel momento, e infatti la rifiuta. Ma la descrizione del suo volto scuro e della tristezza con cui volta le spalle a Gesù indica che è stato colpito nel profondo, non è rimasto indifferenze e forse per la prima volta tutti quei beni materiali nei quali confidava e di cui si sentiva sicuro, improvvisamente iniziano a pesargli a farlo sentire non-libero.
Gesù gli propone di vendere e dare ai poveri i suoi beni non perché ami la miseria, ma perché sa che la vera felicità (quella "vita eterna" che gli ha chiesto) sta nella relazione con il prossimo senza filtri e falsità. Dio non è rimasto irraggiungibile nell'alto dei cieli, ma si può toccare nel povero che assistiamo, a cui diamo non solo i beni ma anche il nostro tempo. La vita eterna ci aspetta non solo al termine dei nostri giorni, ma già da ora davanti a noi se siamo capaci di abbandonarci fiduciosi all'amore di Gesù e all'amore dei fratelli, senza paura di sbagliare, di perdere qualcosa, di non avere tutte le sicurezze.
Penso a due persone che si innamorano e che decidono di unirsi in matrimonio, di mettere su famiglia, e avere figli. Spesso quello che frena è la paura di non farcela e di non avere mezzi concreti. È una preoccupazione legittima, ma se prende il sopravvento sull'amore, i molti beni che si hanno o che si vorrebbero avere alla fine appesantiscono e chiudono al futuro. Vale anche per chi decide una strada diversa dal matrimonio, come quella di diventare prete, suora, frate o missionario. Se non c'è un vero slancio libero nell'amore ma solo calcolo delle possibilità e dei mezzi, alla fine non si parte più, e la vita si restringe in un piccolo spazio di piccole sicurezze che non rendono eterna e felice la propria vita.
«Impossibile agli uomini, ma non a Dio! Perché tutto è possibile a Dio», dice Gesù ai suoi discepoli sbigottiti come noi alle parole forti di Gesù. Anche per me, a noi, a tutti, Gesù vuole ricordare che davvero se ci fidiamo del Vangelo, ogni resistenza cede e possiamo fare cose grandi della nostra vita, anche senza avere tutti i mezzi e le sicurezze. Ricordare i Comandamenti a memoria è importante, certo, ma meno importante di ricordare (non tanto con la testa ma con il cuore) che davvero con Gesù ogni strada diventa possibile, basta accogliere il suo invito e la sua sfida "avrai un tesoro in cielo e vieni e seguimi".

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