Omelia (21-10-2018)
don Giacomo Falco Brini
Gesù, ovvero un altro modo di essere leader

Ho appena finito di leggere il vangelo. Nasce spontaneo parafrasare quello di domenica scorsa: quanto è difficile vivere cercando di fare la volontà di Dio invece che la propria! E' più facile che un cammello passi per la cruna di un ago che qualcuno viva facendo la volontà di Dio invece che la propria. E gli apostoli incamminati da tempo alla sequela di Gesù ne sono la prova: vogliamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemo (Mc 10,35), gli sussurrano i due figli di Zebedeo. Sono stati già apostrofati per bene più di una volta, ma eccoli qui avanzare ancora pretese. Riemerge quella smisurata voglia di primeggiare (Mc 10,37), quel virus diabolico che spesso infetta le nostre intenzioni e le nostre opere, ergo il nostro seguire il Signore. Cosa fare? C'è qualcosa che può immunizzarci? Come verificare se la nostra sequela è mossa da questa segreta ambizione, oppure da amore vero per Gesù?


La cosa sorprendente è che il Signore ascolti mite e paziente questo tipo di richieste. Non si indigna come gli altri (Mc 10,41) anzi, sembra inizialmente accordarle (Mc 10,36). Poi la precisazione: voi non sapete quello che chiedete (Mc 10,38). Non lo sanno semplicemente perché non sanno ancora chi è il Maestro che li guida. Pensateci bene. Vivere gomito a gomito da tempo con qualcuno e non conoscerlo, qualcosa che può avvenire e avviene di fatto nelle umane relazioni. Gesù allora parla di un calice e di un battesimo, e chiede ai suoi discepoli se siano in grado di assumerli. I due discepoli annuiscono convinti di sapere (Mc 10,39). Il Maestro non gli rinfaccia l'ignoranza, conferma che in futuro faranno esperienza del suo calice e del suo battesimo (quando avranno compreso di cosa si tratta!...); invita i due a non voler penetrare con la propria richiesta la conoscenza di cose che sono riservate ai disegni misteriosi di Dio (Mc 10,40). Però gli altri apostoli stavano origliando: ed ecco impennarsi l'indignazione con Giacomo e Giovanni (Mc 10,41).


Una lezione da portare a casa come cristiani ma non solo: riconoscere che se ci si indigna troppo quando nella chiesa si vedono fratelli occupati ansiosamente in una arrampicata ai vertici (qualsiasi sia il vertice cui si aspira), vuol dire che si soffre dello stesso problema: la smania di essere tra i primi di cui abbiamo già accennato. Lo dico tante volte a quelli che si lamentano del tale o della tale perché li si vede intenti a primeggiare in parrocchia. La nostra norma è sempre Gesù: nel suo atteggiamento scopriamo che Egli non si sente affatto scavalcato e che il fatto che qualcuno vuole arrivare tra i primi non gli fa temere di perdere il primato. Lezione di autentica leadership umana: una denuncia indiretta alla razza di presunti leader da cui oggi siamo guidati, e non parlo solo a livello politico! Qualche giorno fa ricordavo ad alcuni collaboratori un pensiero espresso da Alcide De Gasperi pochi giorni prima di morire, lo lessi molti anni fa ma non ricordo dove. Non potei fare a meno di trascriverlo: "ho fatto tutto ciò ch'era in mio potere, la mia coscienza è in pace. Il Signore ti fa lavorare, ti permette di fare progetti, ti dà energia e vita. Poi, quando credi di essere necessario e indispensabile, ti toglie tutto improvvisamente. Ti fa capire che sei soltanto prezioso e utile, ma poi ti dice: ‹‹ora basta, puoi andare››. E tu non vuoi, vorresti presentarti al di là col tuo compito ben finito e preciso. La nostra piccola mente umana non si rassegna a lasciare ad altri l'oggetto della propria passione incompiuto". Siamo in un altro mondo, un altro spessore spirituale della vita!


Ci vuole un'altra chiamata (Mc 10,41a). Perché in fondo il cammino della vita nuova in Cristo è un susseguirsi di nuove chiamate da parte del Signore, vista la caparbietà del nostro udito interiore. Voi sapete che coloro che governano le nazioni dominano su di esse...le opprimono (Mc 10,42b). Questo sì che lo sappiamo bene. Lo sappiamo fare bene tutti, anche se poi normalmente ce la prendiamo solo con i capi. Dominare e opprimere. Un verbo segue l'altro, come allo scoccare dell'arco parte una freccia. Se la logica delle tue relazioni è quella di dominare, ovvero controllare gli altri, alla fine opprimerai la loro vita oltre che la tua. Se invece si frequentano spesso le parole di nostro Signore Gesù Cristo, la logica delle tue relazioni poco a poco diventa un'altra. Ci si avvia a scoprire un nuovo modo di vivere che ci fa veramente liberi, veramente umani, veramente grandi. Vuoi essere il primo tra tutti? Benissimo, ma colui che si è deciso per Gesù lo sarà solo servendo gli altri, guardando ogni giorno Lui, che finisce i suoi giorni lavando i piedi dei suoi! Non c'è un altro modo di essere primi davanti a Dio.