Omelia (09-06-2005)
Casa di Preghiera San Biagio FMA


Dalla Parola del giorno
Noi non predichiamo noi stessi, ma Cristo Gesù Signore; quanto a noi, siamo i vostri servitori, per amore di Gesù. (2 Cor 4,5)

Come vivere questa Parola?
Questa di Paolo è la più bella affermazione che un cristiano, soprattutto se chiamato a svolgere un compito pastorale, possa fare. "Non predichiamo noi stessi". È la consapevolezza di essere custodi di una Parola che ci trascende e di cui, per primi, siamo discepoli. Anche quando può risultare scomodo, il cristiano non può tacere. La sua parola, però, non sarà mai tesa a mettere in mostra se stesso o a difendere diritti e privilegi, bensì a trasmettere quanto a sua volta ha ricevuto: un messaggio di gioia, perché di salvezza. Un servizio che lo pone in un duplice rapporto: con Dio da cui attinge la Parola, con i fratelli di cui si riconosce "servitore". Il senso della pericope si illumina ulteriormente se lo si pone a confronto con la proposta del vangelo odierno. Gesù dice chiaramente che la giustizia del cristiano non può ricalcare quella degli scribi e dei farisei. Una giustizia volta ad esaltare la loro persona. No! La giustizia del cristiano è tutta in questo duplice rapporto: di amorosa dipendenza da Dio, di caritatevole attenzione ai fratelli. Anche l'annuncio si situa in questo contesto. Un dovere di amore, quindi, che pone al centro Dio, la sua volontà di salvezza, e gli altri verso cui siamo debitori di un dono che ci è dato proprio per essere condiviso.

Oggi, nella mia pausa contemplativa, mi lascerò interpellare dalla Parola che la liturgia odierna mi propone, per rilanciare il mio impegno a vivere secondo i dettami di una "giustizia" che attinge al cuore stesso di Dio e quindi si alimenta di carità. Mi interrogherò anche su come posso prestare, a coloro che mi vivono accanto, il più prezioso dei servizi: quello di spezzare loro la Parola.

Gesù, tu hai detto che uno solo è il nostro Maestro e noi siamo tutti discepoli. Concedimi un cuore sufficientemente umile per riconoscere questa mia dipendenza e sufficientemente generoso per intraprendere le vie della condivisione di ciò che ho di più prezioso: la tua Parola.

La voce di un Dottore della Chiesa
Le sorgenti continuano a sgorgare anche se nessuno attinge, i fiumi scorrono anche se nessuno beve. Anche il predicatore perciò, per quanto nessuno ascolti, deve porgere a tutti ciò di cui è pieno.
Giovanni Crisostomo