Omelia (10-06-2005)
Casa di Preghiera San Biagio FMA


Dalla Parola del giorno
Noi abbiamo un tesoro in vasi di creta, perché appaia che questa potenza straordinaria proviene da Dio e non da noi.

Come vivere questa Parola?
Il vangelo odierno ci mostra le alte esigenze della morale cristiana. Una morale non fondata sulle norme, ma sull'unica legge dell'amore. Un sacro deposito affidato alla Chiesa e, in essa, a ciascun suo membro, perché se ne faccia promotore nella quotidianità dell'esistenza. Ma proprio qui si innesta quella dialettica di grandezza e fragilità di cui parla Paolo nella prima lettura. Grandezza del "tesoro" che è la Parola di Dio, il suo messaggio di amore che trascende ogni possibile elaborazione umana. Fragilità dell'apostolo che avverte tutta la propria inadeguatezza. Dialettica sofferta ma che rientra pienamente nello stile di Dio. Egli da sempre sceglie "le cose che non sono per confondere quelle che sono". Si direbbe che abbia bisogno più della nostra limitatezza, umilmente riconosciuta e accettata, che delle nostre capacità. È, infatti, proprio la palese insufficienza umana a rivelare, senz'ombra di dubbio, che la straordinaria potenza della Parola proviene unicamente da Dio. Paradossalmente, questa limitatezza diviene "annuncio". Per questo, la consapevolezza del proprio essere "vaso di creta" non rende l'apostolo pusillanime. Tutt'altro! Egli è cosciente che il suo compito non consiste nell'esporre brillantemente una "dottrina", ma nel manifestare una "Presenza". La sua persona, le sue capacità non devono fare da diaframma, ma da cristallo che rifrange la Luce e la diffonde in tutte le direzioni.

Oggi, nella mia pausa contemplativa, familiarizzerò con quei limiti che mi rendono "vaso di creta". Poi porterò la mia attenzione sul "contenuto", cioè su quel tesoro che è la "potenza di Dio", la sua presenza sempre operante in me e attorno a me. Farò attenzione lungo la giornata a rifrangerne la luce sugli eventi e sulle persone, cioè a riportare tutto a Lui, in atteggiamento di umile e gioiosa riconoscenza.

O Signore, possa la mia vita essere un cristallo luminoso che accoglie la tua luce e la rifrange intorno a sé, perché nell'ambiente in cui vivo le tenebre del non-senso e del non-amore vengano progressivamente vinte dal tuo fulgore.

La voce di un Padre della Chiesa
Niente è più freddo di un cristiano, che non si interessa della salvezza degli altri. Non puoi, a questo proposito, prendere come scusa la tua povertà [...]. Non puoi appellarti all'umiltà della tua nascita [...]. Non puoi prendere come scusa la tua debolezza fisica [...]. Sarebbe più facile per la luce essere tenebra, che per un cristiano non diffondere luce attorno a sé. Non dire: è impossibile. È il contrario che è impossibile. Non fare violenza a Dio.
Giovanni Crisostomo