Omelia (01-11-2018)
padre Gian Franco Scarpitta
L'universalità della Festa

La celebrazione di oggi non riguarda solo pochi eletti o alcuni dei privilegiati fra tutti i cristiani.
Si tratta di una Solennità dal valore universale, in un senso duplice: 1) oggi esaltiamo tutti coloro che ci hanno preceduti nel destino finale della gloria e che godono della gioia eterna del paradiso. Tutti allo stesso modo, nella stessa forma e nella stessa misura, poiché indipendentemente dalle nostre personali devozioni o dalla diffusione del culto consentito dalla Chiesa, adesso essi godono la visione di Dio nella stessa forma e misura. I calendari appesi alle pareti delle nostre case ce ne propongono uno ogni giorno, ma la stragrande maggioranza di essi, fatta eccezione per le consuetudini locali, passa inosservata al culto universale. Vi sono infatti Santi ai quali si dedica maggiore attenzione in forza della loro fama e della loro popolarità, altri che vengono trascurati dalle nostre consuetudini devozionali perché il loro nome nulla ci suggerisce o perché di essi non si conosce la storia. Vi sono uomini che onoriamo per la loro attualità e attrattiva, quali i famosi Padre Pio, Santa Rita o Sant'Antonio, e altri come Sant'Ignazio di Antiochia o San Girolamo che sembrano non avere più nulla da dirci. Ve ne sono alcuni sulla bocca di tutti a motivo dei numerosi miracoli e delle virtù che hanno sempre esternato, altri che vengono semplicemente menzionati nei calendari e dei quali si accorge solamente un occhio particolarmente attento.- E finalmente ve ne sono tanti altri che, pur canonizzati formalmente dalla Chiesa, vengono addirittura trascurati dai calendari e dai testi liturgici. Dio solo conosce poi il numero di tutti coloro per i quali non è mai stato proposto un processo di canonizzazione, dei quali si è persa la memoria e ai quali non viene reso il meritato omaggio dei riconoscimenti canonici, eppure meriterebbero di essere esaltati alla pari di tutti gli altri uomini illustri per santità .
Fortunatamente simili differenziazioni e disparità non sussistono nella gloria del più alto dei Cieli: al cospetto di Dio tutti i Santi vengono resi destinatari dello stesso spessore di gloria, tutti godono a pari merito della ricompensa divina proporzionata alla loro fedeltà e ad essi Dio rende in ugual misura il medesimo premio di salvezza e di vita eterna. E la solennità di Tutti i Santi ci invita oggi ad omaggiarli tutti, nessuno escluso, non importa quale sia stata la loro fama o la loro popolarità. Tutti quanti sono Santi e tutti meritano venerazione e ammirazione, poiché tutti hanno saputo rendere testimonianza speciale di Cristo nel mondo, attualizzando il suo Vangelo in ogni epoca ed essendo dello stesso Cristo un riverbero indelebile.
Questo è infatti l'eroismo di coloro che noi veneriamo come i Santi elevati agli onori degli altari: aver marciato controcorrente, non essersi mai conformati alla mentalità di questo secolo, aver sopportato pazientemente esecrazioni, persecuzioni, umiliazioni, aver perseverato con costanza nelle prova e nella virtù pur di rendere manifesta la presenza del Signore Gesù Cristo che agiva per loro mezzo. Ciascuno di questi personaggi ha una storia e una spiritualità a dir poco suggestiva che costituisce motivo di orgoglio per tutta la comunità ecclesiale. Ciascuno di essi ha esternato, senza escludere tutti gli altri un particolare carisma o un dono precipuo con il quale ha contrassegnato a suo modo che Dio è presente e agisce nella nostra vita nella forma ineffabile eppure certa; ciascuno di questi uomini e donne rivela un vissuto che ci incoraggia a coltivare la fiducia e la speranza evangelica, mettendoci al corrente che imitare il Cristo non è mai stata cosa avulsa o impossibile ma che anzi nel solo Signore Gesù Cristo risiede la realizzazione e la vita dell'uomo di tutti i tempi.
Come si diceva, oggi fortunatamente li si esalta Tutti, anche coloro che non dovessimo conoscere o che non dovessero essere stati annoverati nel computo della Canonizzazione, nella speranza che almeno in questa giornata ci si renda conto che Tutti costoro, chi in un modo chi in un altro, hanno un monito o un messaggio da comunicarci, un'eredità da lasciarci in dotazione, che poi è la stessa del Vangelo di Gesù Cristo.
2) La solennità odierna ha valore universale tuttavia perché non riguarda i soli personaggi sopra menzionati considerati degni di onore e di venerazione. Il termine "Santo" (aghios) in effetti alle origini era applicato a chiunque si disponesse a seguire il Cristo con fedeltà e radicalità ed effettivamente la conformità a Cristo è vocazione universale: tutti siamo chiamati ad essere santi, cioè perfetti imitatori dello stesso Signore Gesù Cristo e la presenza di tanti Personaggi non può che esserci in tal senso di sprone e di motivazione.
Il libro dell'Apocalisse, di cui alla Prima Lettura di oggi, descrive la rivelazione di alcune visioni allusive a coloro che in un modo o nell'altro hanno perseverato mantenendo intatta la propria fede, sia che si tratti dei famosi 144000 sia che riguardino gli uomini puri dalle vesti candide al cospetto dell'Altissimo. Il contesto storico li individua nei numerosi cristiani viventi e perseveranti ai tempi dell'Impero Romano, ma la scrittura allude a tutti coloro che, anche ai nostri giorni, si adoperano con coraggio per mantenere intatta la loro appartenenza a Cristo nonostante le continue sfide della vita di tutti i giorni; di coloro che non disdegnano di affrontare qualsiasi pericolo o umiliazione pur di portare a termine il progetto di testimonianza del Cristo, incoraggiati dagli strumenti di grazia che il Signore non fa mancare a nessuno.
In definitiva, tutti siamo chiamati ad essere Santi, cioè perfetti come perfetto è il Padre Nostro che è nei cieli, ad immagine del Santo che ci ha chiamati, che è Gesù Cristo e conformemente al Dio Tre volte Santo citato in Isaia 6; nessuno di noi è però abbandonato a se stesso in un tale progetto di perfezione e di immacolatezza per la testimonianza di Cristo nel mondo: abbiamo già fatto cenno agli immancabili strumenti di grazia quali la preghiera, i Sacramenti, la mortificazione e la fortificazione dello spirito che elevano abbattendo le ineluttabili perversioni della tentazione e anche il programma di vita proposto dalle Beatitudini evangeliche è un coefficiente infallibile per l'obiettivo della santità.
In questo programma Dio stesso promette una ricompensa futura proporzionata all'eroismo di cui ogni singola virtù è necessitata. Tutte le beatitudini nella loro globalità affermano il carattere esaltante e positivo della vita cristiana nella sua globalità, che non può non essere vissuta in pienezza.