Omelia (01-11-2018) |
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Commento su Matteo 5,1-12 Festa grande oggi, anche per il numero dei santi dei quali non si conosce né il nome, né i meriti. Santi e sante di ogni età, epoca e nazione. Santi ovunque e di qualunque condizione: papi, vescovi, sacerdoti, religiosi, laici, uomini e donne, ricchi e poveri, ammalati. Tutti insieme, nella grande comunione dei santi, dinanzi alla quale rinnoviamo la fede e la speranza nella vita eterna, abbracciando fin d'ora il mistero della morte. Questa è la professione di fede nel Simbolo Apostolico: "Credo nello Spirito Santo, la santa Chiesa cattolica, la Comunione dei Santi, la remissione dei peccati, la risurrezione della carne, la vita eterna. Amen". E il Catechismo della Chiesa Cattolica, spiega: - 946. Dopo aver confessato "la santa Chiesa cattolica", il Simbolo degli Apostoli aggiunge "la comunione dei santi". Questo articolo è, per certi aspetti, una esplicitazione del precedente: "Che cosa è la Chiesa se non l'assemblea di tutti i santi?". La comunione dei santi è precisamente la Chiesa. - 948. Il termine "comunione dei santi" ha pertanto due significati, strettamente legati: "Comunione alle cose sante (sancta)" e "comunione tra le persone sante (sancti)". Papa Francesco, col linguaggio avvicinabile della sua catechesi, più volte ha ricordato che "per essere santi, non bisogna per forza essere vescovi, preti o religiosi: no, tutti siamo chiamati a diventare santi!... vivendo con amore e offrendo la propria testimonianza cristiana nelle occupazioni di ogni giorno che siamo chiamati a diventare santi. E ciascuno nelle condizioni e nello stato di vita in cui si trova. Ma tu sei consacrato, sei consacrata? Sii santo vivendo con gioia la tua donazione e il tuo ministero. Sei sposato? Sii santo amando e prendendoti cura di tuo marito o di tua moglie, come Cristo ha fatto con la Chiesa. Sei un battezzato non sposato? Sii santo compiendo con onestà e competenza il tuo lavoro e offrendo del tempo al servizio dei fratelli". E continua passando in rassegna le condizioni di vita più disparate. Papa Benedetto, prima ancora, aveva detto che la realtà della "comunione dei santi" comincia quaggiù sulla terra e raggiunge il suo compimento in Cielo. La Chiesa è l'inizio di questo mistero di comunione che unisce l'umanità ed è tutto incentrato su Gesù Cristo la cui opera continua nella Chiesa che è inseparabilmente "una", "santa" e "cattolica". Non è corretto dire che la Chiesa è "santa e peccatrice". I peccati non sono della Chiesa, ma nella Chiesa perché sono nostri. "La Chiesa è santa, pur comprendendo nel suo seno dei peccatori, giacché essa non possiede altra vita se non quella della grazia". Questo dice la festa di oggi. La pagina delle beatitudini inizia con lo sguardo di Gesù che vede le folle, sale sul monte e proclama i doni di Dio, le meraviglie che Dio opera nella vita dei beati che rispondono alla grazia di Dio. Le beatitudini non sono un progetto riservato a pochi, ma alle folle. Per questo Gesù parla su di una montagna, fuori dalla sinagoga, che non può contenere tutta la gente, tutti i santi. Commento a cura di don Angelo Sceppacerca |