Omelia (28-10-2018)
Casa di Preghiera San Biagio FMA
Commento su Mc 10, 51-52

«Allora Gesù gli disse: "Che vuoi che io ti faccia?". E il cieco a lui: "Rabbunì, che io riabbia la vista!". E Gesù gli disse: "Va, la tua fede ti ha salvato". E subito riacquistò la vista e prese a seguirlo per la strada»
Mc 10, 51-52


Come vivere questa Parola?

Ancora una volta Gesù parte dalla realtà di un miracolo per aprire ai suoi più vicini la strada della salvezza. Il Maestro incontra un cieco e si lascia interpellare da lui. "Che vuoi che io ti faccia?". Sembra quasi una domanda retorica. È invece la volontà di rispondere ad un bisogno dichiarato il tesoro grande della sua misericordia che desidera aprirsi ai poveri e ai sofferenti. Gli apostoli, invece sono su una lunghezza d'onda diversa; non sanno cogliere il senso profondo del cammino che stanno facendo verso Gerusalemme e vogliono allontanare il cieco che invoca pietà. Anche noi, come loro, non riusciamo a capire che il nostro sguardo si ferma su ciò che è più immediato, sul fare, sull'avere. Ci è difficile lasciare tutte le nostre sicurezze, i nostri sostegni, come ha fatto Bartimeo, per seguire più da vicino il Maestro che ci vuole guarire.


Come Bartimeo, lungo la giornata ripeterò l'invocazione: "Gesù, Figlio di Davide, abbi pietà di me".


La voce di uno scrittore poeta

"Signore...io non ti capisco. Io cerco a tentoni le tue divine linee di forza. Io procedo verso di Te alla maniera dell'albero che si sviluppa secondo le linee di forza del suo seme. Il cieco non sa nulla del fuoco. Glaciale è talvolta la mia solitudine. Io esigo un indizio nel deserto dell'abbandono. Perciò io cammino formulando preghiere..."

Saint-Exupéry


Sr Graziella Curti - direttice@fmamelzo.com