Gesù e la vera Festa: c'è vino per tutti!
Fare festa è qualcosa di bello: mi piacerebbe vivere ogni giorno una festa. Va bene, ogni giorno no, ma almeno una volta alla settimana. Ebbene, noi ogni settimana, proprio per la nostra voglia di "far festa" viviamo una giornata di riposo, per "fare festa". Purtroppo per molti non è così, per necessità (lavoro) o per altri motivi, non a tutti è dato di far festa. Ma qui voglio parlare di una Festa grande, di quelle feste in cui ci si diverte un mondo. Perché ci si diverte tanto ad una festa? Perché durante la festa i problemi li hai lasciati a casa e sei così sereno da poter davvero fare quelle cose che ti fanno stare bene, incontri amici con cui è piacevole stare insieme...e puoi fare notte fonda senza alcun problema.
Ogni festa, si sa, deve però avere una motivazione: quelle feste senza motivo, o quelle situazioni di puro sballo che prendono il nome di festa (ed invece sono solo una "confusione autorizzata") non le chiamiamo festa: lasciamole dove sono e chiamiamole con i nomi giusti (sballo, caos, ecc.).
Per me la festa è divertimento motivato. Anzi, è gioia per una cosa accaduta. E' gioia per la nascita di un bambino in famiglia (Battesimo), gioia per la vita di un amico o di un parente (compleanno), gioia per una vittoria, una laurea, gioia per la nascita di una nuova famiglia (Matrimonio).
Si dà il caso che il Matrimonio era (oramai diventato una cosa standard, creata con situazioni previste e prevedibili, wedding planners, ecc.) e dovrebbe essere tra le feste più belle. E questo sia per la nascita della nuova famiglia e sia per la combinazione di due persone che vogliono condividere le loro gioie con le loro famiglie ed amici. E quindi c'è il materiale "utile" e "necessario" per la festa: che ci siano persone disposte a gioire, a cantare, a ballare, a star bene insieme in allegria (una festa "da solo" non esiste, in due potrebbe essere al max una cena a lume di candela, in tre qualcosa di patetico: per una festa c'è bisogno di gente, e di gente amica. Una serata in discoteca con gente sconosciuta non è una festa, nonostante il flyer di invito dica "festa dell'amicizia" o "festa dello studente").
Quindi Gesù è un festaiolo nel brano del vangelo di oggi? Sì, un festaiolo puro. Anche perché, ai tempi suoi, le feste le sapevano fare. E non erano standardizzate nella durata, ma dovevano durare almeno tre giorni. Si alzava il gomito con il vino, si sa che il vino mette gioia e allegria, e talvolta anche qualche ubriaco canterino (quando va bene). Se manca il vino, effettivamente, cosa si beve? Non c'erano i bar, né i cocktails (oggi pare vadano di moda, anche se a me non piacciono molto), e quando mancava il vino mancava qualcosa di importante. Perché il vino, durante la festa, mette allegria, rompe un po' gli indugi e la formalità, e, senza esagerare, crea il collante giusto per un divertimento giusto.
Ecco perché interviene. Certamente stimolato da sua madre (le donne sanno vedere dove gli uomini sono ciechi) Gesù agisce. Non trasforma però un'acqua qualunque, ma un'acqua che doveva avere un nonsoché di sacro, o almeno ci era vicina: era destinata alla purificazione rituale. E sì: a quei tempi il lavarsi le mani aveva un senso di sacro, altrimenti si era "impuri" e non si poteva mangiare; anzi, diciamolo con le categorie nostre, se non ti purificavi avevi "commesso un atto impuro" e quindi eri nel peccato.
Gesù, usando quell'acqua ha quasi certamente voluto dire che la tristezza di un'acqua soltanto purificatrice viene trasformata in una sostanza che reca gioia.E non una gioia effimera, ma che dura almeno quei tre giorni, quanti ne durava una festa di matrimonio del tempo.
Capite, amici, cosa veramente Gesù ha fatto? Ha voluto dire: io sono un Dio della gioia, non un Dio del comandamento "non toccare con mani impure", "non fare questo", "non fare quello". Un Dio sconvolgente, che sa fare festa e che vuole che la festa continui. Per sempre. Non sarà un caso che nell'Ultima Cena il Vino diventa il suo "sangue" per noi. Pensiamoci. Buona festa.