Omelia (11-11-2018)
Omelie.org (bambini)


Buon giorno ragazzi!
Voglio iniziare questo incontro con voi raccontandovi un episodio a cui ho assistito.
Ero al giardino insieme a delle amiche con i loro bambini. Appena arrivati al parco, i bambini si sono organizzati per fare un gioco di ruolo.
Tutti cercavano di scegliere i ruoli più prestigiosi e importanti. Per questo motivo alcuni tra di loro si misero a discutere, quasi a bisticciare.
Marco, uno dei ragazzi presenti, non si era ancora espresso sul ruolo che desiderava fare, anzi, cercava sempre di trovare un accordo tra i due ragazzi litiganti. Devo dire che ci riusciva proprio bene perché faceva ritornare il sorriso a tutti e contribuiva a ristabilire la gioia necessaria per giocare con gusto.
Alla fine, quando tutti avevano scelto il proprio ruolo nel gioco, Marco, con un sorriso raggiante, scelse quello che gli altri avevano scartato. Marco era un generoso, sapeva di essere riconosciuto dagli altri amici come un Leader e usava questo dono per aiutare gli altri ragazzi.
Mi ha molto colpito questo bambino e la sua grandezza di cuore: non ha mai cercato di mettersi in mostra, anzi, lasciava il passo agli altri amici che ci tenevano di più. Quel suo atteggiamento così buono e umile mi è arrivato al cuore.
Avete ascoltato le letture di oggi? Cosa avete capito?
A me pare che queste letture vogliano darci un bell'insegnamento per essere persone che sanno fidarsi di Dio e del suo amore, proprio come i personaggi descritti dalla prima lettura e dal Vangelo.
Vediamo di conoscerli un po' meglio.
Siamo nel tempio di Gerusalemme. Gesù si trova lì con i suoi discepoli e un gruppo di persone, una folla.
Il tempio di Gerusalemme, lo sappiamo tutti, è luogo di preghiera, è la casa di Dio.
Il Maestro si trova nel cortile del tempio, proprio di fronte alla sala del tesoro.
Lì, i fedeli che salgono a pregare, trovano tredici ceste ben allineate in cui possono gettare le loro offerte.
Ci sono tanti ricchi che, vestiti bene, gettano, facendosi vedere da tutti, le loro monete nel cesto.
Il sacerdote che accoglie le offerte dice ad alta voce la somma che il ricco ha donato, suscitando così lo stupore della folla e il suo elogio per il gesto compiuto.
Nessuna ammirazione c'è per la vedova che getta solo due spiccioli nella cesta, due monetine, possiamo forse paragonare a due monete di cinquanta centesimi...
È come se avesse donato un euro o forse anche meno.
Molto poco, quasi nulla: certo!
Gesù, però, sottolinea che era tutto quello che le serviva per vivere. Sottolinea, quasi evidenziando il gesto della donna per far capire ai discepoli e a tutti noi che pur avendo dato poco, in realtà ha dato più di tutti gli altri, perché non ha donato solo sul superfluo, tutto quello che aveva per vivere. È come se avesse donato gli unici soldi che possedeva per comperare il panino che gli serviva come nutrimento della giornata. Non aveva un altro euro, aveva solo e soltanto quello, e quello ha offerto.
Lo ha dato perché si fida di Dio e del suo amore.
Infatti afferma il Salmo che abbiamo recitato: il Signore dà il pane agli affamati, il Signore libera gli oppressi, il Signore ridona la vista ai ciechi e rialza chi è caduto ecc.
Il Signore si prende cura di te.
Se uno si fida di questa parola certa, poi agisce senza temere nel donare!
Questo è il miracolo che scaturisce dal fidarsi della Parola di Dio.
La vedova nel tempio ha fatto come la vedova di Zarepta. Anche lei aveva pochissimo: un pugno di farina e un po' d'olio. Non aveva altro.
Eppure, quando il profeta Elia le chiese di preparargli una piccola focaccia, la donna si
è fidata.
Lo ha fatto perché, donando quella focaccia all'uomo di Dio, è come se l'avesse donata a Dio stesso.
E il Signore, che non si lascia mai vincere in generosità, non tarda a ricompensarla.
La sua farina non finirà e neppure l'olio, così che lei, suo figlio e quelli della sua casa, quindi un sacco di persone, beneficiano del dono che scaturisce dalla sua fede.
Fidarsi di Dio e del suo amore.
Gesù ha fatto proprio così, afferma la seconda lettura.
Ha offerto la sua vita come sacrificio per noi perché noi potessimo godere e gustare della sua stessa vita divina.
Sapere tutto questo è una grande gioia. Ci apre al dono a lui e agli altri. Abbiamo tanto, abbiamo tutto in Gesù!
Imparare a fare come lui è un percorso importante di vita.
Marco, il bambino che ho incontrato, si allena ogni giorno, proprio con i suoi compagni.
Si allena donando tutto quello che sa, tutta la sua gioia, tutto il suo amore, tutta la sua bontà e anche la sua capacità di perdono.
Se noi entriamo nella logica di Dio, ci accorgiamo che dobbiamo imparare a pensare in
modo diverso da come pensa il mondo.
Il mondo ci dice che dobbiamo trattenere, chiudere, conservare le nostre ricchezze: solo cosi possiamo possedere. Gesù, invece, afferma che più doniamo, più apriamo il nostro cuore e le nostre mani, più siamo ricchi.
Quando moriremo, non ci porteremo le cose che abbiamo ma ci presenteremo al Signore con il cuore carico di tutto il bene e il buono che abbiamo compiuto nell'impegno di assomigliare a Lui.
Questa sarà la vera ricchezza che ci farà riconoscere come suoi veri amici.
Buona domenica!
Commento a cura di Sr. Piera Cori