Omelia (18-11-2018) |
don Luca Orlando Russo |
ORA! Un vangelo non facile quello di questa domenica per una serie di motivi. Il primo di essi è l'uso di un linguaggio a noi non familiare. Gesù, infatti, fa uso di immagini che coinvolgono il creato (il sole, la luna, le stelle...) uscito dalle mani di Dio, frutto della sua Parola che ha detto "sia la luce". Ora sembra che si debba ritornare indietro a quando regnava il caos primordiale, ad un tempo in cui la Parola di salvezza non aveva ancora "ordinato" il cosmo. Sono immagini forti che ci fanno paura, che ci fanno tremare e chiedere: "quando?". Ma non è per questo che Gesù le ha dette, non è per farci avere paura, né per farci chiedere se ne saremo coinvolti. L'obiettivo di Gesù, prossimo ormai alla sua passione, morte e risurrezione, è annunciare questo evento come un evento che segna qualcosa di definitivo e soprattutto annuncia la venuta definitiva del Figlio dell'uomo e della sua gloria che in esso si manifesterà. Sì, il sole e la luna che non danno più luce (si fece buio su tutta la terra, narrano i vangeli), sono il segno del caos, del male che scatena il suo attacco, che prova a dire l'ultima parola, quella definitiva. Ma non può farcela, l'amore di Dio, che in Gesù si manifesterà nella sua pienezza, avrà la meglio. Il Figlio dell'uomo andrà incontro al male liberamente e liberamente, senza lasciarsi condizionare dalla paura di soccombere, riaffermerà la vittoria dell'Amore. Possiamo stare tranquilli, se accogliamo l'amore che proprio nella Pasqua di Gesù si è effuso su di noi e sul male che ci abita, ne verremo fuori vittoriosi e allora sarà gloria. Non sarà opera nostra, ma ora è tempo di capire, di accogliere e di scegliere di stare dalla parte dell'amore, di ciò che può rendere la nostra vita nuova. Non attardiamoci perché ORA è il tempo della salvezza, ORA è la fine, per andare verso l'unico fine a cui siamo stati chiamati da sempre: la pienezza della vita! |