Omelia (15-06-2005)
Casa di Preghiera San Biagio FMA


Dalla Parola del giorno
Ciascuno dia secondo quanto ha deciso nel suo cuore, non con tristezza né per forza, perché Dio ama chi dona con gioia.

Come vivere questa Parola?
Paolo sottolinea tre qualità essenziali, e tra loro strettamente correlate, del dono: la gratuità, la libertà e la gioia. Il dono, di per sé è un segno che rimanda oltre se stesso e precisamente all'amore. Se viene meno questa radice pro-fonda lo si snatura, rendendolo falso e vuoto: un segno che non significa più nulla! Ma è proprio dell'amore essere gioiosamente gratuito e libero. È nel cuore, quindi, che matura il dono che non può essere determinato da ragioni estrinseche come la convenienza, la consuetudine o, peggio ancora, l'opportunismo e l'interesse. "Ciascuno dia se-condo quanto ha deciso nel suo cuore". Non importa se tanto o poco. Il dono non vale per la sua entità materiale, ma per quello che dice. Si può dare anche solo un fiore, magari raccolto nei campi, ma mettendo in esso l'intensità di un desiderio: far fiorire un sorriso, dire a qualcuno: sei importante per me... Si può regalare una villa per ottene-re favori, plagiare... È la sorgente che va continuamente verificata, perché il dono vi sgorghi limpido, improntato alla più schietta gratuità. E non è facile! Anche con Dio siamo tentati di fare le nostre offerte in modo interessato e assecondando la tentazione di trattenere qualcosa. La vera gratuità reclama però la libertà del donatore. Non può fiorire nella costrizione, sia pure quella che noi stessi ci imponiamo per non "essere da meno", per "sentirci bravi, buoni". Ed ecco la gratuità di un libero donarsi approdare alle sponde della gioia. Quella gioia che affonda le radici nel nostro sé profondo, che nel dono si scopre arricchito e realizzato. E ancora risuona veritiera la parola di Gesù: "Chi cerca la propria vita la perde, chi perde la propria vita per me (ed Egli è presente in ogni uomo) la trova".

Oggi, nel mio rientro al cuore, fermerò lo sguardo sul modello di ogni dono perfetto: Cristo. Confronterò con lui la qualità del mio "donarmi" e mi impegnerò a verificare e purificare di volta in volta la "sorgente del dono", cioè il cuore.

Donami, Signore, un cuore libero e puro, che vada verso l'altro senza secondi fini, ma nel desiderio sincero di procurare la sua gioia, il suo bene.

La voce di una mistica divenuta "dono"
Non possiamo dare niente agli altri se la nostra vita non è colma dell'amore di Dio, se i nostri cuori non sono puri
Beata Madre Teresa di Calcutta