Omelia (19-06-2003)
Casa di Preghiera San Biagio FMA


Dalla Parola del giorno
Se voi perdonerete agli uomini le loro colpe, il Padre vostro celeste perdonerà anche voi; ma se voi non perdonerete agli uomini, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe.

Come vivere questa Parola?
Questa affermazione così categorica non a caso è messa al termine del più bell'insegnamento sulla preghiera, che è anche la più bella preghiera del mondo. È insegnamento perché ci insegna la priorità, l'ordine e l'essenzialità delle cose da chiedere. Ed è esso stesso preghiera perché, da quell'iniziale invocazione: "Padre nostro", sgorga il fiotto vivo delle cose che urgono in un cuore d'uomo, un cuore filiale. Ma la cerniera, quella che ci rende certi di poter in tutti i modi essere riconciliati col Padre celeste, (dei figli tenerissimamente abbracciati) è qui: Vuoi perdonare? Sta certo allora del perdono, dell'abbraccio, della possibilità del tuo vivere per Dio e con Dio. Dici di non poter perdonare? Stai nicchiando a questo riguardo? Allora non ti fare illusioni! È come se pretendessi di percorrere un bel sentiero in salita in una grande luce d'oro, ma avendo tu stesso sprangato il cancello che sta lì, all'inizio della salita luminosa. Non t'illudere! Un cuore rancoroso, con segreti rimbrotti per chi lo ha offeso o in qualche modo gli ha fatto del male, non ha accesso alla luce. Perché la Luce è Gesù che addirittura è morto non solo perdonando, ma scusando i propri assassini: "Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno".

Oggi, nella mia pausa contemplativa, darò spazio in cuore a una ripetizione respirata a lungo di quel "rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori". E mi chiederò con volontà di chiarezza interiore: io ho davvero dei debitori? Che cosa c'è nella mia vita che assolutamente mi sia dovuto? Dove sono quelli a cui devo perdonare? E che cosa ho da perdonare?

Mio Signore, che nell'imminenza del tuo spirare in croce hai avuto modo di comprendere e di scusare i tuoi uccisori, di cui hai detto: "Non sanno quello che fanno", concedimi di mettermi dal punto di vista di chi, diverso da me, oppone il suo parere al mio. Dammi un cuore che si sforza di comprendere, prima di" inventarmi" cose da perdonare.

La voce di un Padre della Chiesa
Ciò che la bontà di Dio ci ha dato, noi lo ricambieremo a coloro che ci hanno offeso. Siano dunque le ingiustizie gettate nell'oblio e tutte le offese siano liberate dal timore della vendetta! Così quando noi diremo, secondo l'insegnamento del Signore: Rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori (Mt 6,12), nel formulare la nostra preghiera, non dubiteremo d'ottenere il perdono di Dio.
Leone Magno