Omelia (02-12-2018) |
don Mario Simula |
Germoglia il Sole: vegliate Il cammino verso il Signore che viene non è compiuto una volta per tutte. Ogni anno si ripropone come un invito al cuore. Rassomiglia a quelle scalate in montagna che, ad ogni cima raggiunta, ci aprono davanti l'orizzonte successivo, ancora più ampio, aperto e promettente. "Oggi" inizia l'Avvento, tempo delle promesse. Ma noi camminiamo disorientati lungo i tornanti della nostra vita. Guardiamo i nostri peccati, ci ripieghiamo sui nostri limiti, ci lasciamo sopraffare dai nostri scoraggiamenti, rischiamo di perderci. Dio si commuove davanti alle nostre prove. Non resta indifferente. Ci incoraggia: "Io realizzerò le promesse che ho fatto ai vostri padri e a voi. Vi darò un segno: Farò germogliare per tutti voi, per tutti gli uomini di buona volontà, un Germoglio giusto, Gesù-l'Emmanuele. Le vostre Comunità saranno chiamate Signore-nostra-giustizia". Nel dolore e nel pianto, nelle delusioni e nelle sconfitte, si apre davanti ai nostri occhi una speranza concreta e sconfinata. Dio, ancora una volta, sceglie di restare con noi, di guardarci con suoi occhi di Padre. Nel mondo stanno accadendo, ogni giorno, infinite tragedie. Ci stiamo abituando a sentirle, a vederle e a viverle. A volte ci sorprendono, ci sgomentano e ci spaventano. Ci sembra di soccombere, di essere vittime della fatalità, di essere immersi nella solitudine e nell'abbandono. Ma Dio c'è, con le promesse che l'Avvento rende luminose e incoraggianti. In particolare la Promessa che ogni uomo aspettava da tempi e tempi: "Vedrete il Figlio dell'uomo venire su una nube con grande potenza e gloria". Vedremo il Figlio dell'uomo, Gesù, nostro concittadino, pellegrino delle nostre strade, compartecipe delle nostre sofferenze, dono di speranza e di guarigione per il corpo e per il cuore. "La liberazione è allora veramente vicina". E' alle porte della nostra esistenza. Certamente. Con Gesù viene la liberazione. Questo dono sublime di Dio ci chiede una risposta generosa e pronta. Ascoltiamo l'apostolo Paolo: "Il Signore, vi faccia crescere e sovrabbondare nell'amore fra voi e verso tutti, saldi nei vostri cuori e irreprensibili. E vivete la regola di vita che vi ho dato da parte del Signore Gesù". Qual è la regola di vita che ci viene proposta come itinerario d'Avvento? E' questa: Vivete nell'amore reciproco. La venuta del Signore non si conclude con la scoperta dell'amore, ma inizia con l'impegno dell'amore. Fra di noi e verso tutti. Gesù che viene ci vuole trovare uniti come un cuor solo e un'anima sola. Immaginare che Avvento significhi una sequenza di segni esteriori per animare la celebrazione, o una mole di incontri "speciali" per prepararci, è davvero riduttivo, povero ed esteriore. Quando il Signore verrà vorrà trovare viva la fede e autentica ogni briciola del nostro amore. Senza queste condizioni la sua venuta sarà sterile, potrebbe trasformarsi in un giudizio. Soltanto l'amore ci prepara ad essere irreprensibili nella santità: persone buone, disponibili, accoglienti, piene di speranza, desiderose di Gesù per vivere come Gesù. Solo con l'amore vedremo spuntare il "Germoglio giusto". E' certo che Gesù verrà "con grande potenza e gloria". Senza l'attesa che alimenta l'amore rischiamo di non vederlo. E se non vediamo Lui non vediamo la nostra liberazione, la bellezza della nostra vita, la grandezza di un futuro faticoso e di un presente da vivere in pienezza, con tutta la nostra persona, con tutta la nostra generosità. Restiamo svegli perché "i nostri cuori non si appesantiscano nella dissipazione, nello spreco di energie e negli affanni della vita". Perderebbero la loro "leggerezza" spirituale. Il battito dell'amore. Resterebbero imprigionati nel laccio delle cose da fare, ma non sperimenterebbero la freschezza della vigilanza, la bellezza del desiderio, l'autenticità dell'attesa, lo stato d'animo della sentinella. Ma noi vogliamo essere con la lampada accesa quando lo Sposo verrà per la festa di nozze. Signore, sei tu il timoniere delle nostre vite e delle nostre comunità e le orienti verso di Te. Tu attendi la nostra conversione, il nostro desiderio di Te più che la nostra intraprendenza. Tu vuoi che non siamo "fannulloni iperattivi", che si agitano e si dimenano. Che forse trovano ciò che bramano e incontrano quelli che amano. Ma non incontrano Te. Stare con gli altri, fare convivialità con gli altri, senza di Te, significa sbagliare l'orientamento verso il punto cardinale dal quale "sorge il Sole". Tu, Gesù, sei la nostra Promessa, il "germoglio" che, giorno dopo giorno, si gonfia di umori e di vita. Tu sei la "liberazione" che attendiamo senza respiro. Vedi, Gesù, come i nostri cuori sono appesantiti, chiusi, impauriti, senza voli incontro alla Stella del mattino, incontro a Te, Gesù, che vieni e sempre verrai. Ti attendiamo nella notte, ti cerchiamo per le strade pericolose del nostro cuore, chiediamo notizie ai passanti perché non riusciamo spesso a riconoscerti. Siamo ciechi che incespicano ad ogni passo. Passerà, attimo dopo attimo, questa notte. Mentre camminiamo e attendiamo, aiutaci, Gesù, a farci compagnia l'un l'altro con l'amore fraterno e sincero. Ci assalirebbe il freddo e lo scoraggiamento. L'amore ci riscalda come un bivacco che infiammando il cuore illumina e rende più trepidante l'attesa. Sei lì, Gesù, a due passi. Perché non scorgiamo il tuo volto? Perché non sentiamo ancora il tuo profumo? Vogliamo contemplarti, vogliamo bere la tua acqua, vogliamo sentire la dolcezza del tuo sangue versato. Per questo camminiamo e cantiamo, in modo che anche Tu possa riconoscerci. |