Commento su Is 2, 4
«Spezzeranno le loro spade e ne faranno aratri, delle loro lance faranno falci; una nazione non alzerà più la spada contro un'altra nazione, non impareranno più l'arte della guerra»
Is 2, 4
Come vivere questa Parola?
La pace è il dono per eccellenza invocato dai popoli e sentito come il frutto sintesi dei tanti sforzi fatti su più fronti e produce stabilità e sicurezza. La realtà è che della pace non si fa' che un'esperienza sporadica, mentre le relazioni tra uomini si rivelano una guerra continua, dove la pace ha sempre meno posto e, anzi, prevale l'apprendimento dell'arte della guerra. Ci si specializza a questa, non solo con i grossi armamenti, che purtroppo continuano ad essere una voce importante del nostro prodotto interno lordo, ma anche convertendo quanto di bello è in noi in strumento di lotta e di morte, per esempio sviluppando emozioni come la rabbia, il risentimento e declinando la giustizia, come giustizia per me e basta. Tutte operazioni simili ma di senso opposto a quelle della trasformazione di spade in aratri o di lance in falci. È così bella questa visione di Isaia del mondo nuovo in armonia, grazie a questa pacifica trasformazione di ogni tipo di arma, che dovrebbe farci desiderare di non cercare altro e riprodurla in noi.
Signore, voglio riflettere su di me e su cosa ne faccio dei tuoi doni. Li trasformo in armi da guerra o in aratri di pace?
La voce di un santo
La Chiesa non cessa mai di proclamare la verità che la pace nel mondo affonda le sue radici nel cuore degli uomini, nella coscienza di ogni uomo e di ogni donna. La pace può essere soltanto il frutto di un cambiamento spirituale, che inizia nel cuore di ogni essere umano e che si diffonde attraverso le comunità. La prima di queste comunità è la famiglia. È la famiglia la prima comunità ad essere chiamata alla pace, e la prima comunità a ricercare la pace - pace e amicizia fra gli individui e i popoli.
Papa Giovanni Paolo II
Sr Silvia Biglietti FMA - silviabiglietti@libero.it