Commento su Is 26, 4-6
«Confidate nel Signore sempre, perché il Signore è una roccia eterna, perché egli ha abbattuto coloro che abitavano in alto, ha rovesciato la città eccelsa, l'ha rovesciata fino a terra, l'ha rasa al suolo. I piedi la calpestano: sono i piedi degli oppressi, i passi dei poveri»
Is 26, 4-6
Come vivere questa Parola?
Ci accompagna oggi un'altra visione: una città bella e molto grande viene rasa al suolo e i piedi di chi è disprezzato perché povero, la calpestano. Questo è un anticipo di quanto cantato da Maria di Nazareth nel Magnificat, che vedeva i ricchi a mani vuote e abbassato chi voleva innalzarsi. Questo è un tema ricorrente nel rivelarsi di Dio che vede la giustizia come il trionfo dell'oppresso. Quasi che solo così calpestato, il peccato, il disordine introdotto dalla disobbedienza nella creazione, possa essere sanato. Se pensiamo al nostro tempo, è costatazione immediata riscontrare che i poveri e gli oppressi aumentano esponenzialmente e altrettanto in modo esponenziale crescono le città eccelse, esclusive e superbe. Ogni latitudine del modo conosce questi drammi, che sembrano non avere epilogo: violenza domestica, abuso e prostituzione, mutilazioni, dipendenze, odio razziale, necessità di migrare per la siccità, la guerra, la povertà, le religioni tradizionali. Nuove forme di schiavitù sostituiscono le più antiche, purtroppo con lo stesso risultato che è l'oppressione della persona nei suoi sentimenti, pensieri, possibilità e competenze.
Signore, perdona la città eccelsa, ma permetti che venga distrutta. Per costruire la città forte che in te si mantiene fedele.
La voce di don Milani
"Se voi avete il diritto di dividere il mondo in italiani e stranieri allora io reclamo il diritto di dividere il mondo in diseredati e oppressi da un lato, privilegiati e oppressori dall'altro. Gli uni sono la mia patria, gli altri i miei stranieri."
Sr Silvia Biglietti FMA - silviabiglietti@libero.it