Commento su Ger 31, 14
«Ecco, verranno giorni - oracolo del Signore - nei quali io realizzerò le promesse di bene che ho fatto alla casa d'Israele e alla casa di Giuda»
Ger 31, 14
Come vivere questa Parola?
La liturgia a volte potrebbe sembrare finzione, nel senso buono della parola. Tutti sappiamo cosa è il Natale ma ci inventiamo un tempo per aspettarlo, l'avvento, e ci prepariamo a quello che sappiamo già arrivato e di cui conosciamo gli effetti. La verità è che la liturgia nel fare memoria del già, non ricorda semplicemente, ma anticipa, prevede il non ancora contenuto in quello stesso evento. Gli eventi della liturgia infatti non sono mai esauriti: celebrandoli, diventano vivi, attuali e si rinnovano.
Le parole di consolazione del profeta Geremia aprono questo avvento e rivitalizzano la nostra speranza. Molte promesse di bene Dio le ha già realizzate e fanno consistere la nostra fede, animano la nostra carità. Molte promesse ancora ci aspettano e danno ali alla nostra speranza, sollecitando la nostra carità a non stare con le mani in mano.
Signore, anche quando tutto sembra andare a rotoli e le conquiste fatte nel campo della giustizia, della democrazia, della solidarietà sembrano svanire, tu ci ricordi che hai altre promesse di bene che ci aspettano, che aspettano gli sconfitti della terra, che aspettano l'impegno della nostra vita. Ti ringraziamo, perché solo così non soccombiamo nella disperazione, ma continuiamo ad aver voglia di vivere ed agiamo perché il bene divenga reale e di tutti.
La voce di un poeta
Ora ti vogliamo pregare, Signore,
per tutti i deportati della terra,
per tutti gli esiliati dai loro paesi,
per la gente di ogni colore,
per i poveri figli della Notte
sradicati dalla loro Africa,
così soli e smarriti in queste città di bianchi...
e poi per il "piccolo resto" di fedeli:
che continuino a credere, Signore!
Amen.
P. David M. Turoldo
Sr Silvia Biglietti FMA - silviabiglietti@libero.it