Omelia (08-12-2018)
don Mario Simula
Senza macchia: solo luce, splendore, giovinezza

L'Immacolata è la Voce del desiderio di santità e di bellezza. Dentro le nostre vene e nelle viscere del nostro cuore custodiamo, a volte senza saperlo, un bisogno di innocenza e di purezza che non sappiamo spiegarci. Spesso lo mettiamo a tacere, perché non corrisponde alle nostre scelte quotidiane e al male che ci assedia dentro e fuori di noi.

Non possiamo tuttavia sopprimerlo, se non vogliamo precipitare nel buio e nella disperazione.

Noi aspiriamo ad una vita buona: quella che il Vangelo ha disegnato davanti ai nostri occhi e dentro la nostra anima. Sulla lavagna della persona di ciascuno di noi, Dio ha scritto di suo pugno i passi di questa vita buona, imprimendola come un sigillo indelebile. L'uomo aperto alla vita, anche se fragile e peccaminoso, ha bisogno di purità, di limpidità interiore. Sente l'esigenza di approdare sempre, anche dopo disavventure dolorose e oscure, alla fonte della purificazione, al Fuoco che incendia, distruggendole, le scorie del male.

Siamo consapevoli che per noi il bene non è un optional, ma l‘urgenza che scaturisce dal bisogno dell'amore autentico che Dio ci ha donato?

L'Immacolata porta dentro di sé tutti i tratti della fedeltà al progetto di Dio. Sarebbe stata Madre dell'Emanuele, il Dio con noi. Sarebbe stata la mediatrice della salvezza. Sarebbe stata il tabernacolo nel quale Dio dimora.

Poteva esserci in Lei una qualsiasi ombra di peccato?

Maria, Madre, non poteva essere concepita se non senza peccato.


Non perché diventasse "la speciale", ma perché fosse per sempre e per tutti il modello.

Noi guardiamo la sua Persona con quella venerazione e con quell'amore che nascono da un mistero che si compie, in una creatura come noi, in una fragilità come la nostra, in un'esistenza che conosce la nascita e la morte e anche la gloria.

A noi tutto sembra impossibile. Ascolta il tuo cuore profondo: quello più disponibile a lasciarsi permeare dal passaggio del Signore e troverai in quella profondità la tua stessa vocazione. La vocazione che è stata della Madre. Grande non perché Madre del Signore. Grande perché ha fatto sempre quello che al Signore è piaciuto. Ha ascoltato sempre la Parola che trasforma e ci fa diventare padri, madri, fratelli e sorelle del Signore.

L'Immacolata sprigiona questo fascino sempre giovane. La giovinezza viene dalla leggerezza dell'anima e non dalla carta di identità.


Mi guardo e scopro di essere molto lontano da questa prospettiva. Arranco con fatica e con sudore; e quando ritengo di essere arrivato alla sommità, scivolo nuovamente a valle sbucciandomi le mani e le ginocchia, perché il peccato zavorra talmente la mia vita, da inabissarmi nel baratro dell'insoddisfazione. Maria, l'Immacolata, ha pianto, ha gioito, ha amato, ha avuto un continuo dialogo col mondo che la circondava, ha sperimentato l'arrampicata più difficile e impegnativa: quella del Calvario. Ha soprattutto visto morire suo Figlio, cogliendone l'ultimo rantolo e raccogliendone l'ultima goccia di sangue.

Era, però, totalmente immersa nel progetto e nella volontà di Dio. Docile fino alla consumazione. Umile schiava fino all'annientamento.

Capiamo perché Dio l'ha voluta Immacolata fin dal concepimento, torrente limpido sul quale si è riversato, prima ancora che esistesse, il tesoro della salvezza.


Donna Immacolata, Madre Maria.

Il Figlio Tuo, Dio, il Santissimo, ti ha reso santa da sempre. Ti ha redenta da sempre.

Prima che qualsiasi ombra di peccato potesse oscurare il cielo del tuo cuore.

Sei tersa come l'aria cristallina di una primavera senza tempo.

Hai lo sguardo di Dio. Hai i tratti che vediamo nel Tuo Figlio, Dio.

Non possiamo cercare in te altra somiglianza se non nella Bellezza che appartiene a Dio e che il volto del tuo Figlio riflette con incantevole somiglianza.

E il Tuo Figlio a chi altri somiglia se non a Te, sua Madre tenerissima e santissima?

Nella tua inenarrabile limpidezza, non hai paura di attraversare la nostra carne, come accade ad ogni madre.

Non temi la gravidanza divina, le sue forme e la sua tenerezza.

Non nascondi il tuo seno gonfio di latte per nutrire il Tuo Figlio.

I tuoi baci, le tue carezze, i tuoi abbracci appartengono alla tua maternità e al Tuo Figlio bambino, ragazzo, adolescente, giovane. Sono gesti delle mani, delle labbra, ma sono profumi del cuore.

Ami con amore umano, soffri con dolore umano, partecipi ai nostri drammi con intensità umana.
Nulla in te è incompiuto. Ogni respiro del corpo e dell'anima, respirano di Dio, della sua freschezza, del suo unguento divino.

Nella tua accecante trasparenza sei macchiata di lacrime: le tue e le nostre lacrime, quelle di tuo figlio e quelle di ogni madre che sempre le racchiude tutte; sei macchiata di sangue: quello che ha irrorato il tuo corpo in piedi sotto la croce; sei macchiata di unguento amaro e dolce, quello che spalma le nostre membra se peccano o se amano.

Sei la Madre, Immacolata e donata. Amabile come chi sa amare con l'amore di Dio, come chi ha amato il Figlio di Dio.

Sei cielo e terra, stelle e polvere, vittoria e sconfitta. Ci racchiudi tutti, ci interpreti tutti.