Omelia (17-06-2005) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Dalla Parola del giorno La lucerna del corpo è l'occhio; se dunque il tuo occhio è chiaro, tutto il tuo corpo sarà nella luce; ma se il tuo occhio è malato, tutto il tuo corpo sarà tenebroso. Se dunque la luce che è in te è tenebra, quanto grande sarà la tenebra! Come vivere questa Parola? L'immagine della luce non è nuova nella Bibbia e rimanda a Colui che della luce è la sorgente. Non a caso la Genesi si apre proprio con la creazione di questo indispensabile elemento: "Dio disse: «Sia la luce» e la luce fu". La storia, anche quella personale, si snoda in ambiente divino e quindi, pur nei suoi risvolti tenebrosi, non può sfuggire al confronto con la luce. Un conflitto e un conseguente giudizio che si realizza nel cuore del mondo e dell'uomo e che vede fronteggiarsi luce e tenebre, bene e male. Dov'è il nostro cuore? Immerso nella pacificante unione con Dio oppure avviluppato nei lacci di una asfissiante ricerca egoica? Cos'è a primeggiare in noi: la luce o le tenebre? Una spia inconfutabile è il nostro occhio. In esso si riflette e da esso si riverbera la luce di Dio o la sua negazione. La stessa realtà esterna ne resta illuminata od offuscata, così che un occhio moralmente limpido percepisce imme-diatamente il bene, riesce a coglierne anche i più piccoli frammenti e a metterli in evidenza; un occhio torbido vede solo male e ne diffonde il fetore. Non si tratta di essere ottimisti o pessimisti, ma di lasciare spazio nella nostra vita alla luminosa presenza di Dio, assumerne il modo di accostarsi alla realtà e di valutarla. Lo sguardo di Dio, che pu-re ben conosce la malizia umana, è sempre alla ricerca di quel germe di bene seppellito anche nel cuore più traviato per farlo germogliare. Se il nostro sguardo si ferma di preferenza a scovare il negativo è molto, molto lontano dal suo: è ancora immerso nelle tenebre. Un sano realismo ci porta allora a rivedere le nostre posizioni e a collaborare con la grazia perché la luce trionfi in noi, e da noi si diffonda nell'ambiente in cui viviamo. Oggi, nella mia pausa contemplativa, cercherò di cogliere la qualità del mio sguardo su persone e situazioni: è carico di luce o di ombra? I giudizi, anche non verbali, che sono pronto a formulare sono strali che uccidono o ali che sollevano nella limpidezza di un cielo il cui sole è l'amore? Padre buono, tu conosci bene le tenebre che ancora appesantiscono il mio passo, eppure continui a darmi fiducia, a mandarmi ai fratelli tenendo alta la lampada che tu stesso hai posto nel mio cuore e continui ad alimentare con l'olio dello Spirito. Sostienimi nell'impegno di spegnere in me, fin dal suo primo accennarsi, ogni giudizio negativo, per cogliere e valorizzare solo quanto di bene tu stesso hai seminato nel cuore dei fratelli. La voce di un Padre della Chiesa Sebbene tutti abbiano gli occhi, quelli di talune persone sono talora avvolti dall'oscurità e perciò incapaci di contemplare la luce del sole. Allo stesso modo, anche gli occhi del tuo spirito sono accecati dai tuoi peccati e dalle cattive azioni che commetti. Queste cose portano le tenebre dentro di te, come quando sopraggiunge l'albugine nei tuoi occhi rendendoli incapaci di fissare la luce del sole. Allo stesso modo, anche i tuoi peccati diffondono intorno a te l'oscurità in maniera che tu non possa più riconoscere Dio. Teofilo di Antiochia |