Omelia (09-12-2018) |
don Marco Pozza |
Sergio Mattarella, Giuseppe Conte e Giovanni Battista Non esiste nessuna magia come quella delle parole. Loro compito è afferrare l'istante, acciuffare l'attimo: «Non conosco nulla al mondo che abbia tanto potere quanto la parola - scriveva E. Dickinson - A volte ne scrivo una, poi la guardo fino a quando non comincia a splendere». Un giorno, poi, quella parola si farà maiuscola: «La Parola si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi» (Gv 1,14). Il trono scelto è proprio buffo - «In mezzo a noi» -: è uno di quei postacci dove chi vuol fare carriera si guarda bene di evitare. È tutto un mangia-mangia, un fuggi-fuggi verso il ribasso, un quartiere abitato da politicanti di tutte le specie che, se avessero per elettori dei cannibali, prometterebbero loro dei missionari a cena, come amava scherzare (lui non scherzava) H. Mencken. La parola-maiuscola ai politicanti ride in faccia, pur rispettandone l'aurea magnifica che li attornia. Oggi, entrando in chiesa, sentiamo parole di cronaca: "Nell'anno terzo del mandato di presidente di Mattarella Sergio, mentre Conte Giuseppe è premier d'Italia (con due vicepremier aggiunti), Luca Zaia governatore del Veneto, sindaco del paese il signor con la fascia-tricolore addosso, «la parola di Dio venne su Giovanni». Qualcuno, forse, riderà nel sentire pronunciare quest'insolita litania di politici: Iddio, invece, a quest'ansia politica da prestazione fa scorrere sotto i baffi la sua politica-della-strada. "Volete stare al governo? - dice loro - Tranquilli! Non sarò certo io a fare delle vostre teste una mattanza". Loro governeranno; Lui, onesto cittadino, sarà rispettoso dei doveri che Gl'imporranno. Nel frattempo, in attesa di salire Lui sul vero trono del potere, farà delle infiltrazioni alla storia: nel mezzo del bailamme di quaggiù, aprirà una piccola piazzola dove far poggiare il suo sogno di storia, del mondo, dell'uomo. Lancia Giovanni Battista, ultimo lanciafiamme prima della grande Fiamma. «Percorse tutta la regione del Giordano»: mica a gatto-miao andò per strade, vallate. Usò la parola, fece politica con la parola. La politica rottamatrice - «Dire che non mi occupo di politica, è come dire che non mi occupo della vita» (J. Renand) - stava per segnare l'inizio della repubblica della Parola.
|