Omelia (21-06-2003) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Dalla Parola del giorno Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, né mietono, né ammassano nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non contate voi forse più di loro? E chi di voi, per quanto si dia da fare, può aggiungere un'ora sola alla sua vita? E perché vi affannate per il vestito? Osservate come crescono i gigli del campo: non lavorano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Come vivere questa Parola? "Guardate" "Osservate": due verbi che richiedono la capacità di fermarsi e di contemplare, sfuggendo alla frenesia dell'efficientismo o alla paralisi della noia. Sono proprio efficientismo e noia i due opposti che oggi schiavizzano la società opulenta dell'Occidente postmoderna e postcristiana. E Gesù, anche con questa parola, interviene in maniera fortemente terapeutica. L'esistenza "malata" di oggi può esserne guarita. "Per la vostra vita non affannatevi di quello che mangerete o berrete; e anche per il vostro corpo, di quello che indosserete: la vita forse non vale più del cibo e il corpo più del vestito? Gesù va all'essenziale, ti porta al cuore della vita. Ti snebbia lo sguardo interiore. La tua vita non la nutri solo di soldi o comunque solo di realtà da possedere. "La vita vale di più". E quel Dio che si prende cura degli uccelli e dei gigli del campo "farà assai di più" per te, per me, per noi. Gesù vuol trarre fuori da noi l'uomo e la donna liberi che rischiano di essere asserviti al sistema, anche solo per incapacità di osservare, di riflettere, di pregare, e poi di scegliere. Se sei confuso, rischi di vivere affannosamente servendo il Dio Mammona: la ricchezza qualsiasi possa essere, fosse anche il tuo crederti a posto, migliore degli altri, con un bel "gruzzolo" di cose che sai o di virtù che possiedi e tieni strette. Ma nessuno può servire due padroni. Non puoi servire Dio e la ricchezza, dice il Signore. Oggi decido di avere un po' di tempo per fermarmi e "contemplare". Un albero o un filo d'erba, un uccello o il manto verde di una montagna, ecco io li guardo con gli occhi del cuore illuminati dall'Alto, dallo Spirito Santo, li guardo in chiave contemplativa. Mio Signore, Tu nutri gli uccelli dentro la loro semplice vita, libera da ogni preoccupazione. Mio Dio, Tu vesti i fiori meglio di come si vestiva Salomone. Liberami dunque dall'affannosa preoccupazione. Che io rispetti il ritmo del mio vivere non schiavizzato da nessuno e da niente perché colmo di fiducia in te, di pieno abbandono all'unica ricchezza vera: il tuo AMORE. La voce di un Padre della Chiesa Cristo non proibisce di seminare, ma dice che non dobbiamo affannarci, nemmeno per quanto ci è necessario. Non ci vieta di lavorare, ma non vuole che siamo senza fiducia e che ci maceriamo nell'inquietudine e nelle preoccupazioni. Ci comanda infatti di nutrirci: ma non vuole che tale pensiero ci tormenti e crei difficoltà allo spirito. Giovanni Crisostomo |