Omelia (16-12-2018) |
don Marco Pozza |
Il poco che costa tantissimo E' da sempre il sogno di Dio, il più pazzo, il più rocambolesco. Per l'uomo il Cielo scatenò una sfuriata di genialità. Li radunò tutti e tre assieme - il Padre, il Figlio, l'Amore - e li aiutò a rimboccarsi le maniche: «Facciamo l'uomo a nostra immagine e somiglianza» (Gen 1,26). Nacque lì, si era giusto agli inizi, il sogno di Dio: che l'uomo fosse felice, per davvero. Nacque lì, proprio in quegli attimi, il sogno furioso di Lucifero: che l'uomo iniziasse a dubitare di tutta quella gratuità. Scatenò, lui ch'è principe delle mosche nullatenenti, una tempesta di gelosia su quegli sguardi tra loro innamorati. Geloso, aizzò gelosia dappertutto. Perderà per grossi problemi di vista, quell'essere nauseabondo: «Colui che è geloso non è mai geloso di ciò che vede. Ciò che immagina è sufficiente» (J. Benavente). Il giorno in cui, invece d'immaginare, vedrà la realtà così com'è, una (Ma)donna gli fracasserà la testa. Sarà tardi: Dio è puntualissimo nei suoi apparenti ritardi. D'allora la gelosia è figlia dell'orgoglio, ma si spaccia sorella-gemella dell'amore. Il mondo, da quell'agguato satanico, non ne uscì indenne: la felicità rimase una ferita aperta. Accecato di gelosia, l'uomo divenne geloso di Dio. Fu il reale capolavoro di Lucifero: fare in modo che un frutto diventasse più imponente di tutto un giardino. Si accese un annuncio all'ingresso della storia: «Benvenuti nel meraviglioso mondo della gelosia - scrisse W. Penn - Con il prezzo del biglietto si ottiene un mal di testa, un impulso quasi indomito a commettere un omicidio, un complesso d'inferiorità». L'uomo pagò pegno: dovette dar inizio al conto alla rovescia del ritorno di Dio. Anche il Pirla pagò pegno: non riuscì a cancellare del tutto la nostalgia di Dio dal cuore di Adamo, che è rimasto mio padre. Il geloso è un fastidio per gli altri, è anche un tormento per se stesso. Fu così che venne al mondo l'attesa: scollegati da Dio, tutto divenne attesa. Cosicché anche quando tutto quello che l'uomo attende dovesse giungergli nella più bella delle maniere, gli nasce d'acchito l'ansia che tutto questo, siccome è così bello, finisca presto: ancora un'attesa, dunque, di quelle che sembrano non finire mai. Quelle attese che non cessano di tenere ostaggio il cuore manco di notte. Attese nottambule. L'uomo, ch'è capace di un genio creatore, fissa un'attesa più piccola per non farsi vincere da quella più grande. Anche quell'attesa, però, crea un'altra attesa: il gioco sembra non finire mai. E' così l'uomo diventa schiavo dell'attesa: se gli dovesse capitare di costruire la casa della felicità, la sala d'attesa sarebbe la più grande. Avrà ragione Satana a dire ch'è tutta una truffa o avrà ragione Iddio a dirti che Satana è tutta fuffa? Nel frattempo Sofonia - consolazione nell'attesa - alza la mano. Interviene: «Non temere, Sion, non lasciarti cadere le braccia! Il Signore tuo Dio in mezzo a te è un Salvatore potente» (cfr Sof 3,14-18)
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