Omelia (25-12-2018)
Wilma Chasseur
Il bambino che ha sconvolto la storia

Il Natale è un avvenimento cosmico celebrato in ogni ambito, sia artistico che letterario. Quanti scrittori, poeti, romanzieri hanno scritto sul Natale. E quanti artisti, pittori, scultori, musicisti, compositori, hanno realizzato opere raffiguranti il Natale. Ma lo sconvolgimento più grande, il Natale, lo ha provocato nella Storia, spaccata in due da quel Bambino: c'è chi è vissuto prima e chi dopo, ma la vita di tutti è contrassegnata da quell'avvenimento.
La Messa della notte ci parla di tre personaggi diversi, protagonisti di quella straordinaria notte.

• I Pastori.
Il Vangelo ci parla dei primi invitati - gli invitati d'onore - a rendere omaggio al Re dei re. E sapete chi furono i primi? Furono gli ultimi, cioè i pastori. A quel tempo infatti, non erano per niente stimati: appartenevano a una categoria che non era proprio vista di buon occhio: non essendo istruiti, non sapevano leggere la Torah e quindi non erano ammessi al Tempio. Erano i "nessuno", quelli che non contano. Ma nessuno fu così privilegiato dalla corte celeste. Il brano di oggi è troppo bello. Per cominciare apparve loro un angelo e furono inondati di luce, a tal punto da tremare di spavento. Ma l'Angelo li rassicurò e li mandò nella città di David, la città regale, dove un gran Signore li aspettava. Figuriamoci: mai nessun signore si era accorto di loro! Poi scese uno stuolo di altri Angeli musicisti che li inondarono di una musica e di un canto celestiale. A questo punto ebbri di gioia partirono senza indugio verso la città di David (come avranno fatto a capire che era Betlemme, non menzionata nel testo?). E quando giunsero davanti al Re Bambino si stupirono e furono pieni di meraviglia davanti a una creaturina uguale a tutte le altre: a tutte quelle che avranno già visto migliaia di altre volte. Ma loro sono pieni di gioia e di meraviglia e non si aspettano minimamente- ora che hanno visto il re - di diventare magari dei principi- principi di pecore naturalmente- o di ricevere una reggia per il loro gregge, ma corrono ad annunciare agli altri il grande prodigio, senza rincorrere benefici personali.

• Gli Angeli
Non sapevano leggere e scrivere, i pastori, però capivano la lingua degli Angeli che scelsero proprio loro come primi destinatari della grande notizia. Ecco le preferenze di Dio: la buona novella viene annunciata agli ignoranti, mentre gli istruiti piazzati molto in alto nella scala sociale, non capiscono niente: né la lingua degli angeli, né chi è il nuovo re. I non ammessi al tempio vengono ammessi alla presenza di Gesù e degli angeli. Arriva addirittura un esercito celeste che annuncia cantando gloria a Dio nell'alto dei Cieli e pace in terra agli uomini di buona volontà.
Nel Vangelo succede sempre così: i primi a vincere la corsa sono sempre gli ultimi. I primi a poter toccare le frange del manto di Gesù sono sempre gli ultimi. " Ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili". Non importa se nel mondo vediamo che sui troni ci sono sempre i potenti e gli umili non ci sono mai; ormai quel regime è superato. E' un regime vecchio, decrepito, che non vige più nei cieli nuovi e terra nuova. E' un regime che vige solo dove non è morto l'uomo vecchio, ma prima o poi morirà e allora saranno guai per lui! E' meglio per costui che provveda a far morire l'uomo vecchio finché è vivo, se vuole essere salvo!

• Maria

Ma la protagonista principale è Maria, la prima che trovarono i pastori al loro arrivo, la prima che li saluta in silenzio. Gli angeli cantano, i pastori guardano, Maria tace! E custodisce il bimbo avvolgendolo di silenzio! Dopo essere stata invitata dall'Angelo a darGli il nome, ora tace! "Lo chiamerai Gesù" In quel nome Dio ha tutto detto: nient'altro dev'essere aggiunto. Dare il nome al figlio, in ambiente ebraico, era compito esclusivo del padre; infatti Zaccaria aveva ritrovato la parola per dire che il nome doveva essere Giovanni. Maria, deve darlo lei, il nome, ma, dopo averlo pronunciato, lo custodisce nel silenzio. E in silenzio lo offre a tutti noi. E' figlio suo, ma appartiene a noi! Come noi, vogliamo appartenere a Lei, Madre di Dio, ma anche Madre nostra, da quando Gesù, sulla Croce, ci disse: " E' Madre mia, ma la do a voi".