Omelia (24-12-2018)
don Mario Simula
Il nostro domani

Dio che viene, domani, prova un amore struggente per l'umanità, per l'uomo, per ogni uomo, per me. Noi lo stiamo attendendo perché ci troviamo infangati o, peggio, risucchiati dalle sabbie mobili.
Se ci penso, dentro di me ci sono debolezze infinite, si annidano sentimenti oscuri, mi attrae la generosità e preferisco l'egoismo, sono indifferente nei riguardi di tanti e di molte situazioni. Se ci penso ho l'impressione, ad ogni momento, di morire, annegando nel mio ostinato modo di pensare, rodendomi per l'invidia e per i paragoni con gli altri. Se ci penso dichiaro una libertà assoluta e dimentico di essere schiavo di me stesso, dei giudizi degli altri, delle mie abitudini, delle mie compiacenze.

Domani verrà il Signore e nessuno più mi chiamerà abbandonato/a. Nessuno potrà dire che la mia terra è devastata. Il Signore Gesù domani viene e io sarò chiamato/a Mia Gioia, e la mia terra avrà per nome Sposato/a, perché il Signore Gesù domani, troverà in me la sua delizia. Viene volentieri per me, ha un desiderio cocente per incontrarmi.

Domani avverrà che come lo sposo gioisce per la sposa, così il mio Dio gioirà per me. Devo però permettere al Signore che viene che rimodelli il mio cuore, lo renda vitale e di carne, lo irrori col suo sangue. E' necessario che da domani, visto che ho camminato come un cieco, Gesù nascendo, porti in me la sua rivoluzione di pace e mi renda docile e umile.

Non posso più considerarmi Dio, domani verrà l'Emmanuele, il Dio con noi, il vero Dio, visibile e palpabile, profumato come una vite in fiore, e se lui è Dio con noi, uomo con noi, io non sono degno nemmeno di slacciare i suoi sandali.

Domani Gesù viene dopo che, di generazione in generazione, ha attraversato la storia. La sua genealogia è colma di personaggi santi a partire da Abramo; ma è anche una strada accidentata, piena di personaggi torbidi: omicidi, adulteri, prostitute, ladri, infidi, traditori dell'alleanza.

Domani viene colui che non ha avuto paura di sporcarsi dentro il fango delle nostre vicende umane. Ma viene il giorno, ed è domani, nel quale una Donna si trova incinta per opera dello Spirito Santo.

Un mistero sublime e angoscioso. Sublime perché ha per protagonista Dio e per docile serva Maria. Angoscioso perché pone la domanda più dolorosa per una sposa: "Chi dirà a Giuseppe della mia gravidanza?". La domanda è così realistica che, Giuseppe sposo di Maria, ha già pensato nel suo cuore di ripudiarla in segreto, rimandandola con delicata discrezione nella casa del padre e della madre.

Anche spezzato dal dolore, Giuseppe, sa essere uomo dall'animo nobile, alto, meraviglioso.

La sua virtù vacilla, ma non si spezza davanti alla prova, e nel mistero della preghiera e del discernimento, capisce da Dio che può prendere Maria sua sposa. Lui sarà il padre secondo la legge. Il maestro, l'esempio, il lavoratore umile e abile, l'Uomo del silenzio e della preghiera del cuore. E lo sarà per essere di esempio a Gesù, il Figlio di Maria.

Domani si avverano tutte le profezie. Domani l'uomo conoscerà la storia nuova. Domani tutti capiremo che ci salva soltanto l'amore, il cuore mite, la semplicità del povero, il perseguitato che sa patire, il misericordioso che riesce a trovare risorse per il perdono. Domani è giorno dell'Emmanuele, di "Dio con noi". E noi, come Giuseppe, lo porteremo nella nostra casa. Ma domani Giuseppe prende con se la sua sposa senza aver vissuto con lei alcuna intimità destinata alla vita, e la porta verso il luogo più povero, il più nascosto, l'unico disponibile.

In quel luogo del segreto di Dio ella, Maria, la Madre, da alla luce un Figlio e Giuseppe lo chiamerà Gesù.


Gesù, domani distruggerai il peccato della terra.

Domani regnerai su di noi, Salvatore del mondo.

La tua salvezza, Gesù, si incarna nella nostra storia, diventa il tempo, diventa il nostro tempo.

Quanto devo aspettare ancora Gesù? Domani, domani, soltanto fino a domani.

Adesso, Gesù, vivo l'attesa frenetica, febbrile, di poche ore. Vorrei farmi come una sposa bella che attende Te, lo sposo.
Vorrei adornarmi dei monili più preziosi, perché i tuoi occhi mi guardino con compiacenza.
Vorrei ungermi con i profumi sopraffini, perché tu domani mi possa trovare cercando l'aroma del mio corpo e del mio cuore.

Gesù domani, fra poche ore, domani sarai con noi, in mezzo a noi, uno di noi.
Riconoscibile dal pianto e dal sorriso, dalle mani e dagli occhi, dal battito del cuore e dalla soavità del respiro.

Domani tu, Gesù, uno di noi. Fatto carne come noi.
Descritto dentro un limite, come noi.
Appesantito di stanchezza, come noi.
Provato dalle infedeltà come noi.
Ricercatore di amore come noi.
Tu lo Sposo mai stanco nell'inseguire le nostre orme.
Domani, tu.

Io, in questa notte, in attesa, sveglio, col cuore vigile e incontrollabile.
Tu colui che viene, domani.
Io colui che attende, tutta la notte e, nell'oscurità non provo paura, non temo i fantasmi, non ho l'orrore degli animali selvaggi. Nella notte, nel buio, i miei occhi vedono. Domani sarà il Sole, oggi inizia l'albeggio.

Vieni Gesù. Non sai quanto sono lunghe queste ore per il mio cuore. Hanno la lentezza dei secoli.
A te Gesù forse sfugge anche la frenesia di queste ore: hanno la velocità e il tumulto di un amore imminente. Vieni Gesù. Durante questa notte amerò il mio domani, la presenza che sogno, la bellezza che contemplo, la tenerezza che attendo, l'abbraccio interminabile della tua intimità.
Domani Gesù. Ma che sia "presto", il Tuo domani, il mio domani, con Te.