Omelia (25-12-2018)
don Lucio D'Abbraccio
Trovarono il bambino adagiato nella mangiatoia

Apprendiamo dal racconto evangelico che attorno al Bambino in fasce, che è adagiato nella mangiatoia, si accostano tre gruppi di persone: ci sono i molti che si stupiscono delle cose che i pastori dicevano: «Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori»; ci sono i pastori che vengono illuminati dall'annunzio evangelico: «Appena gli angeli si furono allontanati da loro, [...], i pastori dicevano l'un l'altro: "Andiamo dunque fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere". Andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia». I pastori, dunque, vanno e credono in quel bambino come Salvatore e ne diventano testimoni e annunciatori; infine ci sono Giuseppe e Maria.
Di Maria è scritto che «da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore». Durante il suo episcopato ad Ippona, sant' Agostino ai fedeli raccolti in assemblea liturgica chiedeva: «Sei con i pastori che glorificano e lodano, sei con Maria che conserva e medita oppure sei solo con chi si stupisce?». Noi con chi siamo?
Maria, da parte sua, sa che il suo bambino è il figlio di Dio, tuttavia rimane meravigliata di tutto quello che succede. L'atteggiamento della Vergine, che l'evangelista Luca rileva nei racconti del Natale, è quello di una madre che conserva nel cuore tutto ciò che accade.
Il silenzio, l'ascolto, la meditazione, la preghiera, sono essenziali per una autentica vita di fede. Il ritmo frenetico della vita imposto dalla nostra cultura sembra rendere impossibile tutto ciò. Tanti, di fronte all'invito di ritagliarsi un tempo di incontro personale con il Signore, rispondono che sarebbe bello, ma non ci riescono. Però il tempo per noi o per divertirci lo si trova.
Ai pastori, per primi, che formano la prima assemblea orante presso la grotta dove giace il Salvatore del mondo, è annunciata la buona Novella. Perché proprio ai pastori?
Al tempo della nascita di Gesù i pastori erano disprezzati ed emarginati, perché considerati peccatori, fino al punto di essere esclusi dal tempio e di non poter testimoniare in tribunale. Assimilati ai pubblicani, secondo i maestri della Legge, non potevano ottenere la salvezza. Proprio a loro è annunciata la nascita del Messia perché Gesù è venuto ad evangelizzare principalmente i poveri, gli esclusi, gli emarginati, gli ultimi. Essi conoscevano bene la propria condizione nei confronti della Legge e certamente sono rimasti stupiti di questa predilezione nei loro confronti. Dopo il primo stupore accolgono l'annuncio. Possiamo dire che essi, dopo aver ascoltato l'annuncio, sono i primi credenti. Questi pastori sono amorosamente accolti da colui per il quale non c'è posto nell'albergo; il non accolto accoglie per primi coloro che la società aveva espulso, emarginato.
Facciamo un attento esame di coscienza e cerchiamo di accogliere nel nostro cuore Cristo che è la luce del mondo. Il Signore continua ad accogliere ogni persona che si avvicina a lui, nonostante i suoi limiti, i suoi peccati, le sue infedeltà.
Sentiamoci accolti sempre. Anche nei momenti più difficili della vita sentiamoci fra le braccia del Signore, non perdiamoci di coraggio ma riponiamo la nostra speranza in lui, che è l' Emmanuele, Dio-con-noi.