Omelia (06-01-2019) |
don Mario Simula |
Seguo un'altra strada Dio ama l'unità. L'unità dentro il nostro cuore. L'unità nelle famiglie, nelle comunità, nei luoghi di lavoro, dove la gente soffre, dove vive il carcerato. L'unità all'interno di ogni popolo e tra le nazioni. Dio non conosce recinzioni, barriere, fossati, spazi chiusi e riservati. Dio conosce e sa costruire soltanto ponti, vie di comunicazione, spazi di incontro, occasioni di dialogo, tensione operosa verso le intese e gli accordi. E se fra di noi scoppiano conflitti, Dio conosce l'avvicinamento e l'incontro attraverso il perdono. Questo ideale di Dio sta a fondamento della sua scelta amorosa di mandarci Gesù, Re di pace, di concordia, di condivisione, di amore. La fantasmagorica visione di Isaia che percepisce, illuminato da Dio, il ritrovarsi di tutti i popoli in un unico progetto destinato a mettere fondamenta stabili di armonia, di ogni forma di disarmo, non è altro che la rivelazione del cuore di Dio. In mezzo alla nebbia fitta che gli uomini sanno gettare a piene mani lungo le loro strade, risplende il Signore. La Luce di Dio contemplata dai nostri occhi incerti ci apparirà abbagliante e noi diventeremo luminosi, si dilaterà il nostro cuore perché contempliamo la ricchezza dei popoli che si ritrovano in un'unica famiglia umana. E' la ricchezza di ogni uomo che sa stare felice con l'altro uomo; la ricchezza di ogni sposo che sa amare la sposa e, insieme, creano unità con i figli; la ricchezza delle nostre comunità che si nutrono della medesima Parola. Non è questo, d'altra parte, il grande tormento che prende il cuore di Paolo quando comprende di essere mandato a tutti, senza distinzione? Anche ai lontani, perché Dio non conosce figli che non gli appartengano. Li ama tutti. E a tutti vuol far fare l'esperienza di questo amore che unisce, che lega nella gioia, che orienta nella stessa direzione: Gesù suo Figlio, fratello nostro, nostra salvezza, nostra speranza inestinguibile. Eppure sopra questo misterioso e affascinante avvenimento della Manifestazione di Gesù (Epifania) si profila una luce gelida, indisposta all'incontro. E' la luce tetra di Erode. I Magi si sono mossi pieni di gioia, sospinti dalla ricerca dell'Infinito, guidati dalla Stella cioè dalla Luce di Dio, per cercare il Bambino che è nato. Nella loro saggezza, non si sentono umiliati quando comprendono che Dio si fa carne in un bambino. Percorrono miglia e miglia per arrivare da Lui. Quasi per un dovere di etichetta vogliono incontrarsi con Erode e raccogliere notizie. Erode è infido e da quel momento cova pensieri omicidi nei confronti del Neonato Re del mondo. Mi sento chiamato subito in causa. Io conosco Gesù. Perché tante volte voglio soffocarne la voce nel mio cuore, voglio disattendere il suo amore, voglio uccidere la sua presenza che vibra? E' proprio vero. A volte le mie schiavitù mi attirano più della libertà che viene dal Figlio di Dio, Gesù di Nazareth. Che non sia questo il momento per cambiare rotta? I Magi devono ancora fare un tratto di strada e vedono riapparire la stella. Mi metto al loro seguito. Anche a me può riapparire la Stella del pentimento, del ritorno umile e fiducioso al Signore, dell'incontro soave con Lui ancora deposto dentro la casa del pane sopra una mangiatoia. Non voglio, non posso ripercorrere le strade che mi portano da Erode, sui sentieri dello smarrimento, sui vicoli della confusione e della notte. Voglio percorrere un'altra strada. Questa è la mia conversione: Il cambiamento di direzione. Se prima vedevo solo me stesso, mi accorgerò degli altri. Se prima costruivo muri, adesso voglio stendere ponti che uniscano. Se prima amavo, pensando soltanto al mio tornaconto e al mio godimento, adesso voglio amare donando e godendo per il dono. Gesù si manifesta a me così. Così scaccia la nebbia dai miei occhi e dal mio cuore. Così fa risplendere il Suo Volto, quel Volto che vuole soltanto attirarmi a sé, per colmarmi di pace. Gesù, Tu sei un puntino nell'universo. Tu sei nascosto nella nostra carne e in quella grotta. Nessuno si accorgerebbe di Te, eppure tutte le Nazioni, consapevoli o senza saperlo, camminano verso di Te. Gesù l'insignificante, colui che non è considerato, colui che, al massimo, merita l'attenzione di un padre e di una madre, diventa il cuore del mondo. Sii Tu, Gesù, il cuore del mondo. Di questa umanità smarrita, sconsolata, ingiusta. Di questa umanità dove pochi hanno il potere di affamare le moltitudini. Tu, Gesù, sei il centro dell'umanità e gli occhi che riescono a vederti con nitidezza, sono gli occhi che soffrono, che piangono, che implorano. Sono gli occhi delle madri disperate che hanno tra le braccia un figlio smagrito e vicino alla morte. Sono gli occhi di queste stesse madri che percorrono infinite strade cercando un orizzonte di luce, mentre i pochi opulenti le scacciano. Gesù, Tu sei il centro dell'umanità che sono io. Sei il centro del mio cuore inasprito, a volte indurito, e che tu vorresti ravvivare nella melodia del suo battito umano. Gesù, Tu sei il centro del mio cuore che anela a Te, che vuole convertirsi a Te, che vuole incontrare e amare Te. Chi mi aiuterà, Gesù, a rivedere la stella lungo il mio cammino se non Tu, e Tu soltanto? Io accendo i miei fuochi fatui, e ho l'illusione di avere attizzato un roveto ardente, inestinguibile. Quando tutto si spegne, Gesù, e la mia strada diventa gelida, comprendo che la vera fiamma che può brillare dentro di me e attorno a me, sei Tu. Tu, fuoco e forza, fuoco e amore, fuoco e dono. Gesù, aiutami a non essere schiavo di alcuna tirannia da parte del mio cuore. Aiutami a non essere schiavo dei pregiudizi. Aiutami a non essere schiavo di una vita comoda e pigra. Aiutami a sentire sempre, dentro di me, l'inquietudine di raccontarti a tutti perché per primo ho fatto l'esperienza dell'estasiante incontro con Te. Gesù suscita in me la passione dell'unità, dell'incontro e del dialogo. La mia piccola persona può gettare nell'oceano immenso, quella goccia d'acqua che lo rende più ricco, più prezioso. Gesù, mostrami il Tuo volto. Gesù, mostrami il Tuo cuore. Gesù, fammi sperimentare il Tuo amore. Gesù, fammi toccare la Tua carne tenerissima e dolcissima, perché un giorno diventi capace di toccare le Tue piaghe sanguinanti. Gesù, rivelati a me, rivelati a chi mi sta accanto, rivelati a chi mi vede eppure mi ignora, rivelati a coloro che dimentico. La Tua manifestazione, Gesù, è il mio più profondo desiderio, la sete che mi brucia, la passione che mi attanaglia. Manifesta, Gesù, a me e a tutti noi, attraverso la tua umanità debole e fragile, il Tuo volto glorioso. Gesù, nel Bambino che incontro nella grotta, aiutami a cogliere l'uomo appeso sulla croce. Gesù, oso chiederti che gurdando la croce, Tu mi manifesti anche il Tuo corpo e il tuo Volto Glorioso, la Tua Pasqua, la mia Pasqua. |