Omelia (13-01-2019)
don Giovanni Berti
Dai Diamanti Non Nasce Niente, Dal Letame Nascono I Fior

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"Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior"
È l'ultima frase di una delle canzoni di Fabrizio De André, "Via del Campo". È una canzone che narra di una delle vie di Genova che al tempo della canzone era abitata da disperati, prostitute e personaggi loschi, ma nello stesso tempo piena di vita. Si narra che il cantante-poeta proprio immergendosi in quella via, dove si trovava un negozio di dischi che frequentava, abbia compreso la bellezza e forza della vita e dell'accoglienza del prossimo, anche quando è diverso, disperato, povero.
Gesù con il battesimo nel fiume Giordano, esprime da adulto quel che è iniziato nella mangiatoia di Betlemme. In quel tratto di fiume dove Giovanni Battista raduna i disperati che vogliono confessare i loro peccati, anche lui, Figlio di Dio, vuole immergersi e mescolare la sua vita con quella di ogni essere umano. Non sceglie il Santo dei Santi, cioè la parte più sacra e separata (sacro significa proprio "separato") del Tempio eretto ad onore di Dio, ma sceglie le acque sporche dei peccatori per unire la sua vita a quella di ogni essere umano. Proprio mentre è lì in quelle acque, in un gesto di totale abbassamento, mentre è nel "letame" della vita umana, i cieli si aprono per lui e Dio Padre si fa sentire. Dio proclama che proprio in quell'abbassamento totale c'è tutto il suo amore e la forza di Dio, lo Spirito Santo. Come nella paglia degli animali di Betlemme anche nelle acque del Giordano nasce il fiore del Vangelo, vivo e concreto.
E sappiamo che da quella condizione Gesù non uscirà più, rimanendo profondamente immerso (battezzato) nell'umanità, scegliendo spesso proprio gli ultimi come compagni di viaggio e discepoli per continuare a rimanere dentro la condizione vera dell'uomo.
Quando celebro il battesimo di qualche bambino, questo brano di Vangelo diventa un punto di riferimento non solo per la celebrazione ma per tutto quello che da quel momento in poi accade nella vita spirituale del bambino e della sua famiglia, che chiede per lui il sacramento.
Battezzare un bambino significa fare la scelta forte di immergerlo nella vita di Cristo, nel Vangelo, per scoprire quanto Dio stesso fa altrettanto con quel bambino e di conseguenza con la sua famiglia. Battezzare significa avere la possibilità di sentire Dio vicino, di avvertire nella vita in ogni momento la forza e il calore del suo Amore, che è lo Spirito Santo. Battezzare significa fare una scelta di "abitare" per sempre la via di Dio, e non passarci solo qualche raro momento in qualche occasione celebrativa.
Spesso i sacramenti della Chiesa sono vissuti come gioielli decorativi che si tirano fuori in qualche occasione speciale, ma poi rimangono chiusi nei cassetti dei ricordi. Al contrario i sacramenti, il primo dei quali è proprio il battesimo, ci immergono nella vita di Dio ogni giorno. Dio ha scelto di "sporcarsi" con la nostra vita perché fiorisca. Ma questo richiede davvero una scelta quotidiana e continuativa.
Raccomando sempre ai genitori di non fare "sceneggiate" con dei battesimi che sono belli, festosi, ricchi di regali, auguri, sorrisi... ma che poi terminano con i saluti a fine giornata. Il battesimo è un impegno a leggere il Vangelo e a viverlo nella comunità cristiana con tutti i suoi limiti e problemi. La Chiesa di battezzati è molto simile a quella comunità di disperati che arrivata al fiume Giordano e che avevano in comune la voglia di convertirsi a miglior vita pur partendo tutti dai propri limiti e peccati. La Chiesa nella quale il battesimo ci immerge è come la Via del Campo della canzone di De André, ricca di personaggi particolari, ma anche piena di vita e che ci insegna che è vero che dai diamanti non nascono fiori ma dal letame si... dalla vita vera, dalla condivisione e amore reciproco che ci sappiamo dare.
Il fiore della resurrezione di Cristo non è nato dai diamanti del Tempio di Gerusalemme che si apriva a pochi in poche occasioni dell'anno, ma dalla stalla di Betlemme, dalle acque del Giordano e dal monte Calvario, dal luogo dei disperati che Gesù ha scelto di abitare sempre.

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