Omelia (27-01-2019)
fr. Massimo Rossi
Commento su Luca 1,1-4; 4,14-21

Un aspetto sul quale - son sincero - non mi sono mai soffermato insieme con voi, è quello raccontato da san Luca all'inizio del suo Vangelo: potremmo definirlo il rapporto tra i fatti riguardanti la vicenda di Gesù e il racconto di questi fatti, messi per iscritto alcune decine d'anni dopo. Oggi si parlerebbe di criteri di scientificità del Vangelo, dai quali dipende la credibilità del documento stesso, in ragione dell'obbiettività dello stesso autore: la questione è a dir poco delicata, non appena affrontiamo i quattro testimoni, Matteo, Marco, Luca e Giovanni, e scopriamo che presentano, sì, la stessa vicenda, ma non allo stesso modo...
Nell'incipit al suo Vangelo, appena ascoltato, Luca precisa due cose; la prima: i fatti raccontati sono stati trasmessi da coloro che ne furono testimoni diretti, e che divennero in seguito ministri, annunciatori, evangelizzatori della Parola: in prima istanza gli Undici, ma anche le donne che seguivano regolarmente il gruppo; non ultima Maria madre di Gesù, la cui testimonianza è fondamentale soprattutto per la sezione nota come i "Vangeli dell'infanzia" contenuti rispettivamente nei primi due capitoli del primo Evangelo e del terzo.
La testimonianza per così dire ‘di prima mano' venne dunque raccolta come una deposizione da un primo redattore, e questi la trasmise ai redattori successivi, fino a quando non intervenne l'ultima correzione, la quale produsse il testo definitivo, quello ufficiale.
Il marchio che garantisce l'autenticità del testo e, prima ancora, la storicità dei fatti ivi contenuti lo pose un Concilio, appositamente convocato per redigere il Canone biblico, cioè l'elenco dei libri dell'AT e del NT ritenuti autenticamente rivelati dallo Spirito Santo, distinguendoli da quelli che, al contrario, non vennero ritenuti rivelati, ma che ugualmente fanno parte dell'ampia letteratura biblica ed extrabiblica. E sì, perché della persona di Gesù non si occuparono solo gli autori cristiani; le cronache, gli annali redatti nel primo secolo dagli storici accreditati dall'Impero costituiscono una testimonianza altrettanto preziosa, se non di più, sulla veridicità dei fatti riguardanti il Nazareno.
A grandi linee, la fissazione definitiva dell'elenco dei libri del NT che attualmente compongono la sezione cristiana della Bibbia, tanto per intenderci, avvenne nel IV secolo (300-400 d.C.). Siamo a circa trecento anni di distanza dai fatti narrati...
il Concilio Vaticano II dedica uno dei suoi quattro documenti principali alla Rivelazione biblica, la Costituzione Dei Verbum. Non sarebbe male se ci deste un'occhiata... Favoriti oggi dalla magia di internet, non dovete neppure acquistare gli atti del Concilio in libreria.
La seconda dichiarazione che san Luca pronuncia a modo di confessione, vuole rassicurarci che anche lui ha compiuto ricerche accurate su ogni circostanza, fin dagli inizi, onde scriverne un resoconto ordinato e garantire così la solidità dei suoi insegnamenti.
Detto questo, ecco il primo atto ufficiale, con il quale il Signore diede inizio alla missione ricevuta dal Padre suo, in occasione del battesimo nel Giordano. Questo mandato battesimale, Gesù lo ricevette nella regione della Galilea, un postaccio malfamato, lontano da Gerusalemme, la capitale della cultura ebraica e della religione. Chiamata non a caso Galilea delle genti, cioè dei pagani, degli stranieri, la regione desertica ove Giovanni il Battista operava, non era certo il luogo ideale, secondo i gusti di Israele, per dare compimento alle profezie messianiche; ma tant'è: Dio aveva deciso che la vita pubblica del Verbo incarnato avrebbe dovuto cominciare lì; e così fu.


Se per Luca la vita pubblica di Gesù ha inizio in periferia, tenendo l'omelia nella sinagoga del suo paese, per il quarto evangelista, san Giovanni, il Signore affronta la sia missione partendo dal centro di Israele, dal cuore della fede dei suoi padri, da Gerusalemme, proprio nel tempio, con il famoso gesto della cacciata dei mercanti...
Sia come sia, a Nazaret, o a Gerusalemme, con un'omelia, o con un atto di forza, poco importa: l'effetto fu esattamente lo stesso: provocare le autorità e gli stessi abitanti, andando contro le tradizioni secolari, ponendo la questione di senso sul valore delle stesse, ma soprattutto facendo valere il peso di verità dei suoi atti: prigionieri liberati, ciechi che ricuperano la vista, disperati che tornano a sperare...
"Ebbene, - dichiara il figlio del falegname - quelle che fino a ieri erano solo promesse, oggi sono delle realtà, e tutti voi ne siete testimoni!".
Per la verità, nessuno dei presenti in sinagoga aveva dubitato sulla verità dei miracoli compiuti a Cafarnao... tanto che lo sfidarono a compierli anche lì, a Nazaret, in casa sua.
Ma il Figlio dell'uomo, cui non mancavano certo la dialettica, tantomeno il coraggio, osò ancora di più: di fronte alle pretese dei compaesani oppose un netto rifiuto....A sue spese, peraltro!
Ma su questo rifletteremo domenica, leggendo la continuazione del Vangelo di oggi.
Non perdetevi la prossima puntata!